Ha dell’ incredibile ciò che sta accadendo in alcuni profili social network in queste ore. La libertà data da strumenti come Facebook e Twitter, evidentemente ha scatenato la parte più malvagio di alcuni esseri umani, se tali possono essere chiamati, che non si fermano neanche davanti a fatti gravi e impietosi come l’omicidio di Alatri. Un episodio che dovrebbe scuotere le coscienze ed invitare alla riflessione istituzioni e cittadini comuni, e che invece riesce a scatenare la crudeltà più becera di alcuni personaggi, quelli che il compianto Umberto Eco definiva: “Legioni di Imbecilli”.

La cosa assume un lato ancora più oscuro se pensiamo che questo non è il primo episodio del genere, ed anzi ad ogni fatto di cronaca è un copione che si ripete più o meno uguale.

L’omicidio di Alatri

I fatti di Alatri, cittadina del frusinate, son tristemente noti a tutti. Nella notte tra venerdì 24 e sabato 25 marzo, il giovane Emanuele Morganti di appena 20 anni, viene coinvolto in un battibecco nei pressi di un noto locale della città, già teatro di diverse risse. Dalle parole si passa velocemente ai fatti, e il giovane viene aggredito da un branco di 9 persone di nazionalità italiana e albanese, venendo colpito con calci, pugni e una spranga di ferro.

Non viene aiutato, solo un amico prova a fargli scudo. Finisce in coma e nella giornata di domenica viene dichiarata la morte cerebrale. Gli inquirenti per l’ omicidio hanno fermato due fratelli e lavorano incessantemente per ricostruire i fatti ed assicurare tutti i responsabili alla giustizia.

'Era un cacciatore, meritava di morire'

Lo sfogo di alcuni animalisti ed estremisti vegani sui propri profili social ha dell’ incredibile. Secondo queste persone, un ragazzo di appena 20 anni meritava il suo destino per il semplice motivo di essere appassionato e praticante di caccia e pesca come si nota da alcune foto pubblicate online. "Il ragazzo ucciso era un cacciatore, morte chiama morte, non mi tocca"; "La ruota gira, Emanuele è morto perché era un cacciatore".

Queste alcune delle frasi rimbalzate su Facebook. Nessun cordoglio, nessuna riflessione, nessuna silenziosa indifferenza. Frasi che si fatica a pensare che siano state scritte da persone reali e non da Troll, ovvero da coloro che creano profili falsi per seminare zizzania su internet. Frasi che non dovrebbero essere permesse e che in un certo senso vanno a ferire anche i veri animalisti e coloro che praticano un certo tipo di alimentazione per etica personale. Coloro che si battono perché gli animali e la natura vengano rispettati il più possibile e che non augurano crudeltà indicibili a chi non sta dalla loro parte né tanto meno gioiscono della morte di un altro essere umano.