L' Osservatorio della salute ha reso nota un'indagine svolta nel 2016 sulla malattia di alzheimer nel nostro paese, prendendo a campione la Regione Lazio. Secondo questo interessante rapporto, la malattia colpisce più le donne che gli uomini e ha subito un incremento davvero preoccupante. Il Ministero della Salute ha predisposto la realizzazione di test preventivi per individuare i soggetti che presentino deficit cognitivi in fase iniziale.

I test saranno effettuati gratuitamente a Roma in Viale Giorgio Ribotta, dalla Fondazione Igea Onlus, sabato 22 aprile.

Casi raddoppiati

I casi di Alzheimer in Italia sono raddoppiati e il nostro è un Paese ad alto rischio perchè l'età della nostra popolazione è molto elevata. L'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha lanciato l'allarme per lo svilupparsi vertiginoso di questa patologia e ha previsto che per i prossimi 20 anni, l'Alzheimer diventerà 'una Epidemia Globale'. Dello stesso parere sono le Accademie scientifiche dei principali Paesi del Mondo che hanno elaborato una relazione sulle patologie neurodegenerative.

Tra le cause dell'incremento di questo tipo di patologia sono certamente I'invecchiamento, lo stile di vita, l'inquinamento e lo stress. Ogni anno nel mondo si registrano 9,9 milioni di nuovi casi di patologie che riguardano il decadimento cerebrale, tra queste l'Alzheimer incide per il 70%. Le donne risultano essere le più colpite, anche perché su di loro ricade spesso il peso di tutte le dinamiche familiari.

La diagnosi precoce resta il primo e fondamentale approccio alla malattia, e il più importante aiuto alla persona malata e alla sua famiglia. I test ora a disposizione sono consigliati per le persone che abbiano superato i sessantacinque anni di età, consentono di controllare la patologia fin dall'inizio e di rallentare il suo incedere devastante.

Il costo sociale di questo morbo è elevatissimo e viene quasi sempre pagato dalle famiglie dei malati che sono lasciate sole fin dalle prime fasi della malattia e vivono un isolamento forzato che, in altri Paesi viene superato da strutture apposite, da visite a domicilio, da coinvolgimenti dei pazienti in ambiti protetti dove poter sviluppare interventi tendenti a preservare, se non a migliorare, il loro stato cognitivo.

Se effettivamente l'Alzheimer avrà uno sviluppo pari ad una epidemia mondiale, la prima cosa che dovrà fare il nostro Paese è quella di riconoscerlo come una vera e propria malattia e non come la conseguenza della vecchiaia, va ricordato che l'età delle persone che si ammalano di questa patologia sta diminuendo, negli Usa si sono riscontrati casi di malati di Alzheimer che avevano appena superato i 30 anni.