La morte di due giovani veneti, Gloria Trevisan e Marco Gottardi, nel terribile rogo della Grenfell Tower di Londra, ha scosso profondamente l'opinione pubblica. I due giovani laureati si erano trasferiti in Inghilterra da 5 mesi, avevano trovato un buon Lavoro e avevano deciso di vivere a Londra, dall'Italia avevano avuto offerte lavorative inaccettabili e, così, erano riusciti a convincere anche i rispettivi genitori sulla necessità della loro scelta.
Purtroppo, per un malaugurato incidente provocato da incuria umana, la torre Grenfell dove avevano preso casa, è andata a fuoco e non è stato possibile raggiungere gli ultimi piani dell'edificio per salvare loro e le altre vittime.
Via dall'Italia per lavorare
Si è trattato di un maledetto incidente che non è razionalmente da mettere in relazione con il fatto che i due giovani siano stati costretti a lasciare il loro paese per poter lavorare e vivere dignitosamente. Ovviamente, una simile tragedia poteva accadere ovunque, anche in Italia, ma sta di fatto che è accaduta in Inghilterra e forse, pensandoci bene, non è del tutto vero che una relazione con la situazione lavorativa negativa italiana non esista.
Naturalmente non esistono nessi materiali tra i fatti accaduti e la morte dei due ragazzi 'migranti per forza', ma c'è un nesso morale. Ricordate che il papà di Gloria, intervistato subito dopo aver appreso che la figlia era dispersa, ha detto al giornalista di sottolineare che la figlia in Italia aveva trovato un lavoro retribuito con 300 euro e che per questo aveva deciso di andarsene?
Il 'nesso morale' per queste morti va identificato in un'Europa con una leadership protesa unicamente al profitto e in un'Italia che non ha saputo fare altro per i giovani che promuovere i voucher per lavori occasionali, invece di mettere in campo riforme strutturali per il mondo del lavoro.
Italiani all'estero: qualche dato
In base ai numeri forniti dalla Fondazione Migrantes nel rapporto 'Italiani nel Mondo', sono 107.529 i nostri connazionali espatriati nel 2016.
Rispetto all’anno precedente a iscriversi all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) sono state 6.232 persone in più, per un incremento del 6,2%. Si tratta soprattutto di giovani tra i 18 e i 34 anni (39.410, il 36,7%); la meta preferita è stata la Germania (16.568).
Per completezza di informazione sono otto i motivi principali che inducono i giovani ad andarsene dal nostro Paese, come Gloria Trevisan e Marco Gottardi .
La leva che incide di più è la mancanza di lavoro, nel 34 % dei casi. Al secondo posto la cosiddetta gerontocrazia, subito seguita dai bassi stipendi, motivazioni che influiscono rispettivamente al 20 ed al 19 % tra i giovani che si sono trasferiti in altri Stati dell'UE o all'estero. Viene inoltre evidenziato l'alto tasso di disoccupazione per neolaureati, un'istruzione che non paga è un motivo valido per espatriare (12 %). Ma tanto la politica quanto le parti sociali hanno le loro colpe, in tal senso in questa classifica di cause che spingono i giovani italiani a lasciare il Belpaese c'è la sfiducia nella politica (6 %), la disattenzione delle istituzioni (5 %), il welfare e la mobilità sociale, entrambe al 2 %.