Kabul – Dopo l’attacco dello scorso 12 novembre nell’aeroporto di Bagram a Kabul che aveva causato la morte di 4 soldati e il ferimento di altri 10, oggi arriva la notizia di un nuovo attacco terroristico, condotto sempre da parte dei talebani, contro una base militare afghana.
Ieri sera un commando di dieci uomini arrivati a bordo di tre veicoli militari con indosso uniformi dell’esercito afghano, avrebbe attaccato il centro di comando dell’esercito nella provincia di Balkh.
Dopo essersi presentati con documenti ufficiali al primo check point della base ed essere così riusciti a passare impunemente i controlli, i talebani hanno sfondato il cancello principale con i mezzi con i quali erano giunti, scatenando l’inferno.
Gli attentatori dopo aver lanciato un razzo e alcune granate, hanno fatto irruzione, armi automatiche alla mano, all’interno della moschea del campo dove era riunita la maggior parte dei militari per la preghiera del venerdì e da lì hanno dato inizio al massacro.
I combattimenti, che si sarebbero protratti per oltre cinque ore, si sono poi spostati alla mensa, dove erano riuniti altri militari.
Nonostante le prime notizie parlassero di più di 50 militari uccisi, oggi l’attacco è apparso in tutta la sua drammaticità.
Un massacro
Il conto delle vittime sin dalle prime ore è apparso subito gravissimo e lo stesso capo del consiglio provinciale di Balkh, Mohammad Ibrahim Khair Andesh, ha dato una prima notizia di oltre 100 vittime.
Questa mattina il bilancio tra morti e feriti sarebbe purtroppo aumentato: secondo le fonti e secondo quanto detto dal portavoce del governo afghano Dawlat Waziri, si parla oggi di oltre 160 tra militari feriti e colpiti a morte dai talebani; la conta però sarebbe destinata a salire.
La rivendicazione
I talebani, che secondo le stime sono tra i 40 e i 60 mila in Afghanistan, hanno rivendicato l’attacco questa mattina, parlando di oltre 500 militari afghani tra feriti e morti.
Il loro portavoce, Zabihullah Mujahid, avrebbe giustificato l’attacco come atto di “vendetta” per l’uccisione di un leader locale della provincia di Mazar-i-Sharif.
L’attacco è il più alto attentato per costo di uomini dal 2001, da quando cioè gli Stati Uniti avevano dato inizio all’invasione del paese e posto fine al regime talebano.
Nella base, che si trova a una decina di chilometri da Mazar-i-Sharif, si trovavano solo militari del governo afgano e non vi era nessun militare della Nato, nonostante l’alleanza Atlantica nel paese abbia più di 14mila uomini che operano a sostegno dei militari di Kabul.