Dopo la scoperta degli Esopianeti, ritenuti abitabili e favorevoli alla vita umana, dagli States arriva un nuovo clamoroso aggiornamento: il team guidato dal professor Jason Dittmann del centro di astrofisica Harvard-Smithsonian ieri ha dato l’annuncio dell’identificazione di quello che appare come il “Gemello” del nostro pianeta.
A 39 anni luce di distanza, Lhs 1140b, riaccende le speranze degli scienziati di trovare nell’Universo, corpi celesti simili alla Terra e in grado di ospitare la vita.
Ad aiutare gli scienziati nell'individuazione del pianeta, i telescopi robotici “MEarth-South array” puntati verso lo spazio direttamente da Cerro Tololo, in Cile.
New jumbo-sized Earth may be close and big enough for us to search for signs of life https://t.co/YmQhtkGCLM pic.twitter.com/pvqu63ceHQ
— USA TODAY Tech (@usatodaytech) 20 aprile 2017
Le caratteristiche del nostro gemello
Lhs 1140b è situato nella Costellazione della Balena e sarebbe visibile esclusivamente dall’emisfero meridionale.
Il corpo celeste extrasolare avrebbe un diametro 1,4 maggiore e una massa superiore di ben 7 volte rispetto al nostro pianeta.
Secondo gli esperti sarebbe un astro denso e roccioso e potrebbe, a quanto dicono, ospitare anche acqua a livello liquido, elemento essenziale per la vita.
La presenza di H2O su Lhs 1140b sarebbe possibile grazie alla sua posizione rispetto alla stella attorno alla quale gravita.
La Lhs 1140 a differenza del nostro Sole è più piccola e più fredda e la sua distanza dal Gemello della Terra sarebbe infatti adatta a garantire acqua allo stato liquido.
Durante la conferenza stampa, Jason Dittmann ha rilasciato importanti e chiare dichiarazioni sulla natura della scoperta di Lhs 1140b, che appare come il pianeta extrasolare più emozionante che si sia visto negli ultimi dieci anni e che potrebbe rilevarsi come il miglior obiettivo per la ricerca di nuovi pianeti abitabili.
E adesso?
Il team di studiosi dell’Harvard- Smithsonian hanno, tra le altre cose, affermato che la scoperta del gemello della Terra, sarebbe più importante e rilevante di quella di Proxima B e della stella Trappist-1; il motivo alla base di tale affermazione sarebbe che il nuovo pianeta è più facilmente studiabile, dato che la sua stella madre è più brillante rispetto a quella degli esopianeti.
Adesso agli esperti spetta solo il compito di studiarne l’atmosfera e capire se il pianeta ne presenta una ricca di vapore acqueo come la Terra, o di anidride carbonica come accade su altri pianeti del nostro sistema solare, in particolare su Venere e Marte.
Comunque vada, la ricerca di nuovi pianeti abitabili sta già infiammando le menti e le fantasie di migliaia di scienziati e semplici cittadini. Non ci resta che attendere.