Attimi di vera tensione nel XIII municipio di Roma. Circa trenta uomini appartenenti a casapound hanno fatto irruzione nell'Aula consigliare per contestare la Virginia Raggi. La sindaca pentastellata è stata costretta ad uscire scortata dagli agenti della sicurezza.

Tensione a Roma

Nell'Aula consigliare del municipio XIII di Roma tutto era pronto per dare il via al confronto pubblico sulla funivia Casalotti-Battistini.

All'improvviso ecco l'entrata dei militanti di CasaPound, tra cui anche Davide Di Stefano, che hanno messo in scena una contestazione contro la sindaca Virginia Raggi. La situazione è iniziata a sfuggire di mano quando i militanti di CasaPound si sono portati a pochi metri dal tavolo consigliare, costringendo gli agenti di sicurezza a scortare fuori la sindaca, mentre altri facevano da barriera frapponendosi tra i militanti e il resto della giunta.

A capitanarli c'era Davide Di Stefano che, entrando in testa al gruppo, chiede alla sindaca Raggi quale sia la linea dell'amministrazione capitolina sui temi delle case popolari e dell'immigrazione.

Di Stefano non fa in tempo a finire la frase che dal pubblico presente in Aula consigliare iniziano a piovere fischi e inviti ad andar via. Da quel momento la tensione cresce con il gruppo di CasaPound che intona cori al grido di "Vergogna, vergogna!", "DImissioni, dimissioni "Raggi vattene a f****".

Al centro della contestazione - non proprio pacifica- anche l'emergenza rifiuti. Uno dei militanti inizia ad urlare in modo acceso: " La spazzatura in mezzo alla case! I cinghiali ammazzano le persone perché c'è la spazzatura in mezzo alla strada". Poi continua:" A Roma ci stanno i topi. Ci sta la malaria!". Tutti problemi che, secondo CasaPound, sono più importanti rispetto allo studio di fattibilità della funivia Casalotti-Battistini.

Dopo questi interventi ripartono i cori da stadio che invitano Virginia Raggi - che nel frattempo aveva già abbandonato l'Aula consigliare- a dimettersi e "andare a casa" a cui rispondono i sostenitori della sindaca con "Scemi, scemi". Dopo pochi minuti i militanti di CasaPound si dileguano, optando per una fuga veloce. La paura era quella di venire identificati e fermati dalle forze dell'ordine. Eventualità che non sappiamo fino a che punto abbiano potuto evitare, visto le numerose riprese fatte durante il blitz dalle persone presenti all'incontro.