Ci sono delle vicende contraddistinte da una grande dose di tristezza, ma che hanno al loro interno anche tanto amore e che soprattutto fanno pensare che non si debba mai perdere la speranza, che ad un inizio non proprio felice possa far seguito qualcosa di molto positivo. Questa è la storia di Anna, che è nata sei mesi fa all'Ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani, luogo nel quale ha anche ricevuto il battesimo da Padre Antonio Peraino.
La bambina, ad oggi, è di fatto diventata la figlia di tutta l'equipe di medici e infermieri che operano nella struttura, mentre attende di poter trovare dei genitori adottivi pronti ad accoglierla nella loro casa e a darle tutto l'amore di cui ha bisogno e che merita. Questo perché la piccola, nata con una grave malattia genetica, è stata rifiutata dalla sua famiglia biologica. Sicuramente rappresenta un atto di presunzione giudicare una scelta simile, anche perché una bimba come Anna richiede l'assistenza di persone che abbiano una grande forza d'animo e che siano in grado di starle accanto sempre e comunque.
Ed è consolante che, se non altro, piuttosto che abbandonarla senza alcun tipo di cura, mettendo a repentaglio la sua vita, i genitori naturali di questa creatura l'abbiano lasciata in un luogo sicuro, in cui in questo primo periodo della sua esistenza è stata amata e coccolata da un gran numero di mamme e papà provvisori. Ciò non toglie, però, che sia auspicabile che la situazione possa subire un'ulteriore evoluzione e che si arrivi ad un'adozione definitiva che assicuri alla piccola il calore di un focolare domestico.
Alla ricerca di una famiglia per Anna
Sicuramente per questa bambina trovare una famiglia è molto più complicato rispetto agli altri neonati attualmente in stato di adottabilità, ma nel reparto in cui è venuta al mondo nessuno perde le speranze e smette di fare il tifo per lei, perché talvolta accadono dei piccoli miracoli anche quando non sembra possibile.
Non a caso, qualche settimana fa, è stata raccontata negli Stati Uniti l'emozionante storia di Mohamed Bzeek, un uomo di origine libica che da oltre 20 anni accoglie nella propria casa i bambini malati terminali per non farli sentire soli e assisterli fino alla fine dei loro giorni. Se anche nel nostro paese esiste qualche angelo, allora anche Anna presto riuscirà a salutare le corsie ospedaliere e ad avere due genitori che la supportino in ogni modo possibile.