Aggiornamenti importanti giungono dalla città di Deir Ezzour, che segna il confine della Siria orientale con lo stato dell'Iraq: nella notte tra il 2 e il 3 Settembre diversi reparti dell'Esercito lealista di Bashar Al -Assad hanno avviato un pesante bombardamento contro gli uomini del Califfato, asserragliati nell'ultima e più importante roccaforte islamista radicale rimanente nel paese.
Fonti locali, tradotte e diffuse da blogger di guerra nostrani, riferiscono che l'operazione di sfondamento delle difese takfire sarebbe guidata dalle unità speciali Tiger Forces, comandate dal Generale Suhail Al -Hassan e coadiuvata dal generale della Guardia Nazionale Issam Zahareddine e dall'aviazione russa (nel video un aereo colpisce target intorno all'aeroporto militare assediato per 4 anni da DAESH).
Liberata la città nella mattinata: la gente saluta l'arrivo dell'Esercito lealista.
i bombardamenti aerei e gli attacchi delle unità paracadutisti e della Quarta Divisione Meccanizzata dell'Esercito hanno sortito l'effetto sperato: dopo la tabula rasa operata dalla sinergia dei diversi attori in gioco, i militari si sono ricongiunti col 137° Reggimento, assediato all'interno della cittadina da ormai tre anni e visibilmente provato dagli elevati ritmi della guerriglia interna condotta senza sosta dai terroristi.
In vari quartieri i civili sono scesi per le strade a salutare i propri eroi e a festeggiare la liberazione come un ritorno alla situazione di pace e convivenza interculturale precedente all'occupazione di DAESH (acronimo arabo per "Stato islamico di Siria ed Iraq"). La diffusa percezione di un clima di ritrovata serenità e normalità è stata confermata da rilevazioni effettuate nel perimetro dell'area petrolifera che circonda Deir Ezzour: i pozzi sarebbero stati liberati dal giogo parassita dei guerriglieri fondamentalisti, ulteriore prova che il tessuto economico della zona è pronto per ripartire dopo la lunga guerra.
ISIS abbandona le postazioni strategiche per la permanenza in Siria. Reazioni internazionali alla notizia.
La progressiva ritirata di ISIS, dal momento della riconquista di città chiave come Palmira ed Aleppo, ha lasciato spazio agli alleati regionali storici del Presidente di fede alawita: le milizie siro -libanesi di Hezbollah, i governi sciiti di Iraq e Iran e il rappresentante della Federazione Russa Vladimir Putin. I summenzionati leader avranno carta bianca per negoziare il futuro del Paese da una posizione di assoluto vantaggio sulla coalizione anti -Assad guidata dall'Inghilterra e appoggiata da Israele. In risposta alla notizia battuta stamattina dalle varie agenzie ANSA nazionali, infatti, il Premier Theresa May ha confermato definitivamente l'abbandono di ogni piano di addestramento militare in Giordania e Turchia delle formazioni paramilitari, ostili al Presidente siriano, riunite sotto la sigla FSA (Free Syrian Army), da anni accusate di arruolare tra le proprie fila vere e proprie formazioni terroristiche di matrice salafita e wahabita.
Il conflitto, che ha registrato diversi colpi di scena dalle prime risoluzioni ONU dell'anno 2010 (ingresso in guerra di Russia, cambio di posizionamento in contrasto ad ISIS della Turchia post -golpe e degli USA tramite le milizie curde), sembra quindi vicino ad una risoluzione definitiva. I prossimi negoziati di pace ridefiniranno la spartizione delle influenze regionali in Medio Oriente: si prevedono scontri accesi tra attori geopolitici di primo piano, tra i quali Arabia Saudita, Iran e Israele.