Quello che è accaduto a Palermo rasenta l'inverosimile perché la vittima è una bambina. I genitori, originari dell'Est Europa, accompagnano la piccola a casa della nonna che abita nel quartiere dove si trova Piazza Rivoluzione. Questa è un importante riferimento storico e culturale per la città, ma è anche uno dei punti nevralgici della vita notturna palermitana. Un luogo dove si socializza facilmente anche tra persone di varia etnia.

La bambina scende dalla casa della nonna per andare a giocare con gli amici in questa piazza. Nelle vicinanze, un ragazzo tunisino sbarca il lunario facendo il posteggiatore abusivo. Al calare della sera la nonna si allarma del ritardo della nipotina ed allerta i genitori. Dopo le infruttuose ricerche tra gli amici e conoscenti capiscono che devono rivolgersi alle Forze dell'Ordine.

Il posteggiatore abusivo

La bimba torna a casa l'indomani mattina alle dieci apparentemente tranquilla e probabilmente i genitori preferiscono non assillarla. Dopo qualche giorno sarà la bambina stessa a raccontare ad un parente cosa è accaduto nel periodo della sua assenza.

Il racconto lascia nello sconforto i genitori perché scoprono che la figlia ha subito l'attenzione del posteggiatore tunisino. Decidono di tornare dalla Polizia per raccontare delle tragiche novità venute a loro conoscenza.

La figura del posteggiatore tunisino diventa di estrema e negativa importanza, infatti aveva tentato degli approcci con la bambina anche prima di questa vicenda. Nel racconto, poi passato al vaglio degli inquirenti, la bambina confessa di essere stata coinvolta al punto da seguire il posteggiatore fino alla Stazione Brancaccio.

Tra i vagoni abbandonati aveva eletto la sua residenza di senzatetto e clandestino ed è questo il luogo in cui sarebbe maturata la presunta violenza sessuale.

Scatta il mandato di arresto per il tunisino e le indagini vengono affidate all'incubo dei criminali, ossia ai Falchi della sezione speciale della squadra mobile della Polizia di Stato ed alla sezione Reati sessuali a danno dei minori di Palermo perfettamente coordinate da Rodolfo Ruperti.

Una volta rintracciato cerca di fuggire nascondendosi tra i vagoni ferroviari per finire in manette dopo un rocambolesco inseguimento sui tetti dei vagoni, ma sfuggire ai Falchi è praticamente impossibile. Si chiama Aidi Mourad ed ha 26 anni, risulta essere persona nota nelle questure italiane per i trascorsi precedenti penali. Viene confermato l'arresto è tradotto nel carcere dei Pagliarelli di Palermo.