Palermo fa parlare di se nel mondo e non per motivi legati alla corruzione o alla mafia, ma per aver aperto una nuova frontiera contro la lotta al cancro. Leggiamo spesso di nuovi farmaci che hanno ottenuto buoni risultati per ostacolare il progresso di questa malattia, ma da sempre è stata la chirurgia che ha combattuto ed affrontato in prima linea questo nemico della vita e dell'umanità che sembra nascere assieme a noi e che un giorno decide di presentare un conto molto salato con una presenza non gradita. La vita assume un altro significato e nulla diventa insignificante.

Forse questo è uno dei tragici effetti collaterali "positivi". Affetti che si recuperano e problemi che prima sembravano fondamentali si riducono in polvere. Ogni secondo si gusta come se fosse un giorno.

Nel capoluogo siciliano esiste un'oasi di eccellenza ospedaliera che si chiama ISMETT, acronimo di Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione. L'ente si occupa sia di ricerca che di cure sperimentali per garantire al malato la migliore soluzione al trattamento delle malattie degenerative o di elevata gravità come nel caso del cancro (IRCCS - Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico). A siglare questa convenzione è stata la Regione Siciliana per tramite della principale struttura ospedaliera della città (Arnas Civico) e la UPMC (University of Pittsburgh Medical Center), Da quest'anno a far parte del partenariato è entrata anche la Fondazione RI.MED che si occupa della promozione e organizzazione nel campo della ricerca biotecnologica.

L'evento eccezionale

Per la prima volta al mondo una formazione neoplastica è stata asportata senza l'ausilio delle tradizionali tecniche chirurgiche, quindi senza far uso del bisturi, ma utilizzando una tecnica endoscopica, questa è normalmente usata per compiere indagini all'interno del corpo tramite un tubo munito di microtelecamere.

Per endoscopia non deve intendersi tutto ciò che riguarda la visualizzazione interna del corpo. Le applicazioni sono svariate ed alcune riescono a praticare piccoli interventi oppure ad assistere il chirurgo durante le operazioni. La natura dell'organo da visitare determina anche il nome specifico dell'esame (colonscopia, broncoscopia, ...),

Ad usufruire di questa avveniristica tecnica è stata una donna di 51 anni affetta da un carcinoma gastrico di tipo T1b (Infiltrazione della sottomucosa).

Fino ad adesso sono stati pochi i tentativi di utilizzare la tecnologia endoscopica e solo la Cina è riuscita a terminare alcuni interventi, ma la le suture sono state effettuate con procedimenti oramai anacronistici.

Fasi dell'operazione

La prima fase è stata resettiva con l'asportazione della formazione tumorale e della parete gastrica compromessa. E' stato utilizzato un elettrobisturi endoscopico miniaturizzato. Con questo intervento è stata eliminata radicalmente la parte interessata dalle masse neoplastiche formando una larga apertura nello stomaco che fino a questo momento non era possibile effettuare con una tecnica endoscopica.

Richiudere la parete gastrica perforata è stata la seconda fase che ha veramente aperto una nuova frontiera nel progresso delle tecniche chirurgiche meno invasive ed alternative al bisturi.

Sempre attraverso una sonda è stato possibile terminare con successo questa operazione tramite uno strumento di sutura endoscopica di ultimissima generazione.

Vantaggi

Non sono indifferenti perchè il corpo non è soggetto ai traumi derivanti da una operazione effettuata con tecniche tradizionali, Diminuire i tempi di degenza e le condizioni di sofferenza è molto importante per affrontare una malattia devastante come il cancro. Basti pensare che non è più necessario approcciarsi con le masse tumorali aprendo profonde e larghe ferite nel corpo e non sono necessari gli impianti di drenaggio. Il paziente può affrontare con più forza il protocollo di cura previsto. Dopo solo tre giorni la signora ha potuto lasciare l'ospedale e questo non è un dato da sottovalutare, perchè aumenterebbero i tempi da dedicare alle cure ed ai pazienti che rimangono nella struttura ospedaliera.

Sommando il tutto alle minori cure post-degenza significano anche minori costi per la collettività!

I nomi

Il Dottor Antonino Granata con il dottor Mario Traina, assieme alla troupe che ha eseguito l'intervento, hanno aperto le porte ad una chirurgia, non solo oncologica, con effetti meno devastanti ed invasivi sul corpo umano.