Poteva diventare una scena del sequel di "Snakes on a plane", b-movie di culto del 2006, con protagonista Samuel L. Jackson. Invece i controlli all'aeroporto di Minsk, in Bielorussia, sono stati decisamente più efficienti. Martedì 12 settembre, come riporta l'agenzia di stampa "Tass", gli addetti alla dogana hanno bloccato un cittadino russo proveniente da Vienna, che trasportava nel bagaglio non uno, ma 54 serpenti. Oltre ai rettili vi erano anche 5 lucertole, 25 ragni e 9 scorpioni. Gli animali sono stati prontamente sequestrati e sottoposti a dei controlli approfonditi.
La piaga del traffico illegale di animali
Secondo le ultime stime, il traffico illecito di animali frutta alle organizzazioni criminali tra gli 8 e i 20 miliardi di dollari all'anno. Tra le specie più "commercializzate" risultano uccelli, scimmie, grandi felini, e ovviamente serpenti. Nei giorni scorsi, le Nazioni Unite hanno approvato una nuova risoluzione che impegna i paesi membri ad una maggiore lotta contro il traffico di specie protette.
Anche l'Unione Europa nel 2016 ha adottato nuove misure per combattere i trafficanti e per tutelare flora e fauna nei paesi africani - da dove spesso provengono gli animali oggetto di commercio illegale - con lo stanziamento di 700 milioni di euro fino al 2020.
Ad esempio, solo nel 2014 sono stati uccisi 20.000 elefanti e 12.000 rinoceronti. Nel "World Wildlife Crime Report "del 2016 a cura dell'Unodc (Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine), si evidenzia come il maggior numero di sequestri avvenga in Nord America (46%). A seguire Asia e Pacifico (24%), America Latina (15%), Europa (14%) e solo l'1% in Africa.
Il mammifero più sfruttato nei traffici illegali è un animale al quale difficilmente avremmo pensato: l'armadillo. Viene commercializzato soprattutto per la sua carne e nella medicina tradizionale cinese. Per questo, nel 2016 è stato decisamente accresciuto il livello di protezione verso questa specie, non senza scatenare polemiche.
La battaglia contro il traffico illegale di animali ha ottenuto buoni risultati negli ultimi anni, grazie alla maggior consapevolezza di istituzioni e consumatori, ma la strada è ancora lunga e gli interessi in gioco ancora molto forti. Abitudini alimentari consolidate, ataviche convinzioni e superstizioni, mode e stravaganze condannano ancora moltissimi animali ad una vita e ad una morte fuori dal loro habitat naturale, andando ad arricchire mafie e criminalità organizzata di tutto il mondo.