Marta Torrecillas, un'attivista del movimento per il referendum, ha testimoniato una delle tante storie di violenza perpetrata dagli agenti della Polizia di Stato e della Guardia Civil domenica scorsa. Scontri con le forze dell'ordine si sono verificati in diverse parti del catalogna. Il presunto abuso sessuale è avvenuto presso l'istituto Pau Claris, nel quartiere Eixample di Barcellona.

Denuncia di abuso sessuale da parte di un'attivista

Marta ha spiegato la sua esperienza quando dice che stava cercando di proteggere anziani e bambini. "Mi hanno spezzato le dita una per una", spiega e aggiunge che le hanno toccato il seno mentre ridevano. Il tutto è avvenuto il giorno della repressione della polizia in Catalogna per dissuadere le persone a recarsi alle urne per votare. C'è però da sottolineare che il referendum sul'indipendenza è stato messo fuori legge dal governo centrale spagnolo, ma il governo locale ha deciso di portarlo avanti comunque. Nella giornata di ieri si sono verificati molti scontri con le forze dell'ordine e diversi abusi da parte della polizia sono stati denunciati.

Il bilancio di quella giornata conta all'incirca 800 persone ferite, tra le quali c'è Marta Torrecillas, un'attivista per l'indipendenza catalana che sostiene di aver subito anche abusi sessuali. "Mi hanno buttato giù dalle scale, mi hanno preso a calci, mi hanno toccato il seno e spezzato le dita una a una", così racconta il fatto la donna. Deve essere stata una scena terribile che rischia di diventare un simbolo della rivoluzione catalana, in un contesto in cui la guerra civile è sempre più vicina. La donna, prima di recarsi all'ospedale, ha comunque voluto votare per il referendum incostituzionale. Tuttavia il delegato del governo spagnolo in Catalogna, Enric Millo, e il vicepresidente dell'esecutivo, Soraya Sáenz de Santamaría, hanno dichiarato che l'azione della polizia è stata professionale e proporzionata.

I risultati del referendum

Nel referendum sull'indipendenza convocato dal Governo locale sono stati contati complessivamente 2.262.424 voti, il portavoce del governo catalano, Jordi Turull, lo ha annunciato a una conferenza stampa tenutasi a mezzanotte del 2 ottobre. Di questi, il 90% (2.020.144) sono stati favorevoli per l'indipendenza della Catalogna, mentre il 7.8% (176.000 voti) sono stati per il no alla separazione. Circa 45.585 sono le schede bianche e 20.129 sono stati dichiarati nulli. Al momento in cui i risultati sono stati dati, il ministro ha aggiunto che rimanevano ancora circa 15.000 voti da scrutinare.