ikea è uno dei marchi più rinomati al mondo, e ovviamente anche in Italia. La multinazionale svedese, con sede legale nei Paesi Bassi, è un colosso specializzato nella vendita di mobili. Il successo dell'azienda è legato probabilmente ai prezzi alla portata dei consumatori, che in cambio ricevono prodotti di buona qualità. Nonostante ciò, nelle ultime ore la società scandinava è finita al centro di una discutibile vicenda di cronaca.

Ikea: dipendente licenziata per "turni non rispettati"

Lo stabilimento Ikea di Corsico (Milano) ha licenziato Marica Ricutti, una donna di 39 anni con due figli a carico (10 e 5 anni) di cui uno disabile, separata dal marito. Dopo 17 anni di servizio, la dipendente è stata incredibilmente rimossa dal posto di lavoro a causa di alcuni comportamenti poco graditi ai vertici della filiale milanese dell'azienda. Stando alle notizie emerse in questi giorni, la signora è stata trasferita dal bistrot al ristorante dello stabilimento. La lavoratrice, però, fin da subito ha chiesto che le venissero incontro per garantirle un orario di lavoro più consono alle sue esigenze.

La 39enne, infatti, usufruiva anche della legge 104 che tutela i diritti delle persone diversamente abili, compresa l’assistenza prestata dai genitori, come nel caso di Marica.

La donna, così, ha chiesto di seguire dei turni di lavoro più flessibili, che fossero simili a quelli che rispettava quando era impiegata presso il bistrot. Dopo la vana attesa di una risposta, improvvisamente le è stata recapitata una lettera di licenziamento. Stando a quanto si è appreso, i dirigenti della filiale di Corsico avrebbero motivato il provvedimento con la mancanza del "rapporto di fiducia" relativo a due occasioni in cui la dipendente non avrebbe rispettato gli orari di lavoro.

Le reazioni dei colleghi e della Cgil

I colleghi di Marica hanno deciso di organizzare una serie di scioperi per manifestare tutta la loro solidarietà nei confronti della collega e, al contempo, per mettere i vertici dello store Ikea di Milano dinanzi alle loro responsabilità. Intanto sulla vicenda è intervenuto Marco Beretta della Cgil di Milano, il quale ha manifestato tutta la sua indignazione per quanto accaduto, ritenendo la vicenda una vera e propria ingiustizia nei confronti di una lavoratrice che vive una situazione familiare evidentemente complessa.

A questo punto si attendono chiarimenti: non si esclude, infatti, che nelle prossime ore possa arrivare una comunicazione da parte dei vertici Ikea che stanno valutando approfonditamente il caso.