Amato da tutti gli sportivi, icona del ciclismo italiano, campione del Mondo su strada nel 1991 e 1992 nonchè vincitore del Giro d'Italia e di svariate tappe al Tour de France e Vuelta a España. Gianni Bugno è stato un campione delle classiche di un giorno, mai alla ribalta per polemiche o scandali, sempre sotto traccia, dimostrando in strada il suo talento. Un ciclista gentiluomo che ha saputo appassionare moltissimi tifosi.

Alla presentazione del Tour of the Alps 2018, che sarà dedicato in special modo a Michele Scarponi, Bugno lancia quello che è un vero e proprio urlo di denuncia: 'Non vado più in bici da tre anni'.

Gianni Bugno preoccupato per la sicurezza dei ciclisti

L'occasione è importante ed ufficiale: la presentazione del Tour of the Alps 2018 nella Sala Buzzati della Gazzetta/Corriere di Milano. La gara, che anticiperà il Giro d'Italia di due settimane, si correrà dal 16 al 20 aprile e non mancherà certo lo spettacolo. Ogni giorno ci sarà un ricordo dedicato a Michele Scarponi, in particolare nella tappa di Insbruck ci sarà un ricordo speciale proprio per Scarponi, città dove vince l'anno scorso.

Proprio per la dedica a Michele Scarponi, un tema rilevante della conferenza stampa è stato ovviamente la sicurezza stradale dei ciclisti. Gianni Bugno è stato infatti schietto e diretto come suo solito: 'Io non vado più in bici da tre anni perché mi sono stancato di litigare con gli automobilisti'. Un grido di dolore che arriva da un super campione che rinuncia in nome della sicurezza personale allo sport che ama di più.

Bugno sulle piste ciclabili

La denuncia del ciclista originario di Brugg non si ferma alla strada ma si sofferma anche sulle piste ciclabili. Infatti incalza sull'argomento:' Sono contrario alle piste ciclabili, perché ci manca l’educazione alle piste ciclabili. Non sono un posto esclusivo per i ciclisti come dovrebbero essere, ci trovi le persone con i cani al guinzaglio, con genitori con i bimbi nel passeggino'.

Bugno ritorno ancora sull'episodio dell'incidente che ha tolto la vita a Michele Scarponi: 'le zone dove viveva Scarponi le conosco, ci ho lavorato per anni. È pericoloso persino correre a piedi'. Invita poi a una maggiore attenzione e al rispetto delle regole, perchè guidare disattenti potrebbe essere molto più pericoloso di quanto si possa immaginare: 'Mentre guidiamo, poi, capita che ci attacchiamo al telefono. Anche a me è successo. È una nostra colpa. Così non va".