Stavolta Igor il Russo non c'entra proprio nulla. Si era subito scatenata una psicosi ad Armarolo, frazione di Budrio, provincia di Bologna, dopo che Anna Lisa Cacciari, ex fiorista ed ex benzinaia, pensionata 65enne era stata trovata morta lunedì scorso nella sua casa isolata nelle campagne della provincia bolognese. La comunità locale atterrita, aveva subito associato l'omicidio a Igor il Russo, o Norbert Feher che dir si voglia, lo spietato killer latitante svanito nel nulla, malgrado una caccia grossa durata oltre un mese, che lo scorso aprile ha ucciso Davide Fabbri all'interno del suo bar, in presenza della moglie scampata all'agguato.

Stavolta la soluzione del giallo era più "scontata" e a portata di mano: tutta rinchiusa tra le mura domestiche. Ad ucciderla è stato il marito, Athos Vitali, giardiniere 69enne, che, messo alle strette dagli investigatori, nella notte ha confessato. Non ha sopportato un rimprovero della moglie e l'ha uccisa con due coltellate.

La confessione

Era stato fermato dai carabinieri subito dopo l'omicidio della moglie, portato in caserma e sentito più volte. Aveva detto di essere andato a Granarolo a fare lavori di giardinaggio, mentre la sua auto era stata vista a Minervio. La sua versione dei fatti, traballante e contraddittoria, è stata smentita anche da alcuni filmati di telecamere di videosorveglianza adiacenti l'abitazione e dall'analisi dei tabulati telefonici della vittima: non aveva un alibi convincente di cosa avesse fatto tra le 7 e 30 e le 10 di lunedì mattina quando sua moglie è stata uccisa.

Finché poi, in serata ha confessato. A quel punto, ha mostrato lui stesso agli inquirenti il coltello da cucina con il manico rosso con il quale l'ha colpita due volte. L'arma del delitto, lavata e rimessa nel ceppo con gli altri coltelli, è stata sequestrata e verrà fatta esaminare dal Ris. L'ha uccisa per futili motivi: causa scatenante, un rimprovero perché era arrivato a casa tardi rispetto all'orario concordato con Anna Lisa per andare insieme al cimitero. Lei ha alzato la voce, lui nell'impeto di rabbia ha preso il coltello che era sul tavolo da cucina e l'ha colpita. Quindi è uscito dalla villetta e ha girovagato con l'auto per poi rincasare e far finta di aver trovato il cadavere di sua moglie in quel momento.

Per rendere più credibile la messinscena, ha chiamato il cognato che abita accanto, e i soccorsi. Vitali ha detto di aver litigato solo un paio di volte in quarant'anni di matrimonio. Ma questa indicazione potrebbe essere un'aggravante. Sarà stato solo un rimprovero a scatenare la reazione omicida, o un'avversione antica, covata nel sottoscala della coscienza per tanti anni?

Il portafoglio non trovato

Aveva fuorviato le indagini, ma solo per un momento, il fatto che nella borsa che era accanto al suo corpo, non sia stato trovato il portafoglio della donna contenente 300 euro. Ciò aveva fatto pensare a una rapina finita male. Ma in casa non c'era alcun segno di effrazione e tantomeno di colluttazione.

Probabilmente lo ha riposto in altro luogo, non ancora individuato. Vitali intanto è stato trasferito in carcere: il provvedimento è stato emesso dal procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, e dai sostituti Enrico Cieri e Stefano Orsi, in attesa della convalida del gip nell'udienza che si terrà domani o venerdì. In programma anche l'autopsia sul corpo della vittima. Intanto la comunità metropolitana di Bologna, si è dovuta ricredere: a volte la minaccia peggiore non viene dall'esterno, e i pericoli più grossi per le donne sono tra le mura domestiche.