È passato più di un anno, ma non è cambiato nulla. Una nuova vicenda fin troppo simile a quella di Tiziana Cantone, la donna suicidatasi dopo la pubblicazione in rete di un video hot, sta sconvolgendo in queste ore la Sardegna. Nella notte tra il 4 e il 5 novembre 2017, Michela Deriu si è tolta la vita nell’appartamento di un’amica a La Maddalena. La giovane, che faceva la barista a Porto Torres, era arrivata sull’isola il giorno prima.
Alla sua titolare aveva confidato di sentirsi in pericolo e di voler lasciare la sua cittadina per qualche giorno, senza meglio specificare le ragioni di questi timori. Inoltre la ragazza, poco prima di morire aveva raccontato ad alcuni conoscenti di essere stata vittima di una rapina in cui le avrebbero sottratto circa mille euro, ma non aveva mai denunciato il furto subito.
Uno squallido ricatto
Ma ora il timore è che dietro questa morte e alla sparizione del denaro ci fosse uno squallido ricatto. Infatti le indagini della procura di Tempio Pausania sarebbero giunte a un punto di svolta, dopo una serie di accertamenti compiuti dai carabinieri: tre amici della ragazza risulterebbero indagati.
Secondo il procuratore facente funzioni Gianluigi Dettori, sarebbero ben tre le ipotesi di reato: istigazione al suicidio, diffamazione aggravata e tentata estorsione. Ancora una volta alla base della tragica vicenda ci sarebbe un filmato, realizzato sfruttando le moderne tecnologie. I tre, che la ragazza frequentava assiduamente a Porto Torres, avrebbero estorto denaro alla vittima, minacciando di diffondere in rete un video contenente immagini esplicite della vittima.
Trovato il filmato a luci rosse
Tutto è sembrato più chiaro agli inquirenti quando è stato trovato il filmato in questione sui telefonini degli indagati. Secondo le prime indiscrezioni il video, probabilmente girato ai primi di ottobre, riprenderebbe la vittima durante un rapporto.
La ragazza non avrebbe retto alle minacce, tanto da arrivare a suicidarsi, non lasciando spiegazioni al momento di compiere il tragico gesto. Le forze dell’ordine avevano trovato solamente foglietto di carta appallottolato in cui Michela aveva scritto solo la parola “scusa”, senza specificare il destinatario. Ora si sospetta che dietro quella strana rapina, raccontata agli amici dalla giovane e mai denunciata, ci sarebbe stato il pagamento di una somma ai ricattatori. Si cerca quindi di capire anche se le eventuali richieste dei tre fossero continuate anche dopo quel primo esborso di denaro. Purtroppo è invece chiaro che il timore di finire in rete e di subire un’umiliazione simile a quella patita da Tiziana Cantone, abbiano spinto la donna al suicidio.