Il caso non è nuovo, tutt'altro, anzi imita e "replica" un precedente rimasto negli annali giudiziari, così come nella memoria comune e nell'immaginario collettivo: quello di Lorena Bobbit che nel 1993 negli Stati Uniti evirò il marito. Questa volta, protagonista della feroce aggressione, una violenza di genere al femminile in cui la vittima è un uomo, è una 26enne Argentina, Brenda Barattini. I fatti si sono svolti a Cordoba, città dell'Argentina centrale.

Un piano feroce

Quale sia stato il motivo che abbia portato la 26enne di professione architetto a escogitare ed attuare il feroce piano, resta finora sconosciuto.

Un'ipotesi è che la donna rivendicasse una relazione non più clandestina. Di certo, c'è stato un violento litigio, apparentemente finito là e senza seguito alcuno, tant'è che l'uomo, un 40enne di cui la polizia argentina non ha diffuso le generalità, si è messo placidamente a dormire, senza immaginare alcun pericolo imminente da parte della sua amante. Invece, proprio mentre era nel letto immerso nel sonno, la donna, dopo essersi armata di un paio di cesoie da giardino che abitualmente si usano per potare le siepi e che ha trovato all'esterno dell'abitazione, l'ha aggredito tagliandogli il fallo e i genitali, per poi scappare lasciandolo in un bagno di sangue. L'uomo, tra lo spavento, atroce quanto il dolore, e lo choc di vedere se stesso barbaramente mutilato e pieno di sangue, ha avuto comunque la forza di chiamare i soccorsi.

Trasportato in ospedale, è stato operato e al momento, malgrado il grande quantitativo di sangue perso, pare sia in condizioni stabili. Ma resta in prognosi riservata e l'ospedale non ha voluto dare alcuna informazione sull'intervento di ricostruzione dei genitali. La donna è stata arrestata con l'accusa di lesioni gravissime.

Interrogata dalla polizia, ha riconosciuto la responsabilità del crimine che le è addebitato, anche se resta ancora non chiaro il movente. In custodia cautelare in carcere, sarà sottoposta a perizia psichiatrica.

Lorena Bobbit

Nel 1993, sconvolse l'opionione pubblica, non solo statunitense, ma fece clamore in tutto il mondo, il caso di Lorena Bobbit, nome da signorina Lorena Gallo, ecuadoriana 23enne di professione manicure, che evirò nel sonno il marito, l'ex marine John Bobbit, usando un coltellaccio da cucina e poi fuggì lanciando in aperta campagna il fallo tagliato da un finestrino dell'auto, prima di avvisare lei stessa la polizia e farlo ritrovare.

Dopo 9 ore di intervento chirurgico, il membro fu riattaccato al marito. Senza nulla togliere alla gravità e ferocia dell'attacco, in quella vicenda c'erano stati anni di abusi da parte del coniuge che in una notte, dopo essere tornato ubriaco a casa, la violentò per poi addormentarsi. Al processo, sul banco degli imputati per lesioni volontarie, lei fu assolta da ogni accusa perché ritenuta vittima di violenze compiute dall'uomo, giudicata incapace di intedere e volere per aver agito in seguito a un impulso irresistibile a ferirlo. Il giudice le ordinò di sottoporsi a un periodo di due mesi in clinica psichiatrica al Central State Hospital, situato a Petersburg, in Virginia, dopo di che tornò libera.

Ma anche lui, sul banco degli imputati per violenza carnale tra coniugi, fu assolto. Dopo il processo, Lorena è diventata un riferimento per il femminismo americano, e ora raccoglie fondi per conto di un'organizzazione che accoglie donne maltrattate e abbandonate. John Bobbit ha approfittato della fama che il caso gli ha dato, e per un breve periodo si è dedicato a recitare in film a luci rosse, ma senza diventare una star del genere. Stavolta, la "Lorena argentina" potrebbe non cavarsela con una presunta incapacità d'intendere e volere.