La comunità LGBT ha scelto il 20 novembre come giornata di commemorazione delle vittime colpite dall'odio transfobico.
Il Transgender Day of Remembrance (TDoR) si celebra a partire dal 1999, anno in cui Gwendolyn Ann Smith, attivista trasgender, ha fondato il progetto “Remembering Our Dead”, tradotto "in ricordo dei nostri morti". Infatti, proprio nel novembre del 1998 Rita Hester fu uccisa a coltellate nel suo appartamento ad Allston; per questo accaduto venne organizzata una veglia silenziosa e a lume di candela a San Francisco.
Iniziative e commemorazioni in più città italiane
Da li in poi in molte città italiane è organizzata una commemorazione, che induce e richiede senza dubbio una riflessione sulla pericolosità che il pregiudizio trans-fobico comporta, sia per omicidi che sull'impatto diretto che esercita sulla persona, che preferisce togliersi la vita piuttosto che continuare ad essere vittima di una società che la e la discrimina e la emargina.
A Roma il TDoR si celebra presso la stazione Roma Termini e alla Gay Street, in ricordo dell'omicidio di Andrea Oliviero, ragazza picchiata e uccisa, ritrovata sul binario della stazione.
A Torino Arcigay ha organizzato, il 19 del mese,una mostra dal titolo "Tra-Volti", che racchiude un'esposizione di volti e biografie delle persone trans che hanno voluto raccontarsi nella Giornata della visibilità Trans del 2016.
Una serie di organizzazioni e commemorazioni sono state realizzate in quasi tutte le città di Italia: Napoli, Varese, Lecce, Bolzano, Pavia, Trento, Reggio-Emilia etc.
Una riflessione d'obbligo: dalla legge n.164 al DSM
Giorni come questi servono a mantenere vivo il ricordo delle vittime, ma anche a riflettere con rabbia e dolore sul tema della violenza di genere, che sempre con maggior frequenza colpisce le vittime di violenze di tipo fobico e razzista.
Nel 2009 è nato il The Trans Murder Monitoring project (TMM), che tiene aggiornato di anno in anno il numero di vittime di violenza trans-fobica.
Nonostante le iniziative, manifestazioni e lotte civili, la questione e il cambio di identità di genere in Italia resta ancora vincolato alla legge n.164 del 14 aprile 1982 che permette la modifica dei documenti solo a fine delle pratiche legali, mediche e psicologiche, e in seguito all'intervento chirurgico.
Tuttavia, si può affermare che il tema pare immobile in un punto fermo, e che ogni giorno non fa che sollevare critiche.
Ancor più preoccupante è la lettura psichiatrizzante legata alla transessualità: se negli anni '60 era concepita come una patologia vera e propria, nella versione aggiornata nel 2015 del DSM-V (Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali) dell’Associazione Psichiatrica Americana, la transessualità viene associata alla diagnosi medica di "disforia di genere o disturbo dell'identità di genere", cosa che chiaramente suscita polemiche soprattutto dalle comunità trasgender poichè l'inserimento nel DSM non denota un'identità ma una malattia mentale.