A giorno d'oggi il livello globale di Salute mentale è in calo vertiginoso. Stando alle indagini #ISTAT del febbraio 2017 il livello di sanità mentale è in continuo calo soprattutto tra giovani e adolescenti: il 75% dei problemi si manifesta nei primi 25 anni di vita. La maggior parte delle persone ritiene di avere sintomi depressivi gravi. Un fattore preoccupante è dato dal fatto che tra le cause predominanti vi sono la precarietà, la disoccupazione, il lavoro mal retribuito e le nuove condizioni lavorative imposte dalle leggi in vigore, specie le modifiche apportate dalla riforma Jobs Act promossa dal governo Renzi.
Sanità mentale: cosa si intende e quali sono i fattori influenti
Con il termine "salute mentale" si intende, secondo la World Health Organization, uno stato di benessere psicologico e emotivo in cui il soggetto riesce a sfruttare al meglio le proprie capacità emozionali e cognitive, a rispondere in maniera adeguata alle esigenze quotidiane giornaliere, ma anche a instaurare delle relazioni soddisfacenti con gli altri, risolvendo nel migliore dei modi conflitti interni e esterni.
A tal proposito, è importante evidenziare come le indagini negli ultimi anni attestano un'enorme calo della sanità mentale in Italia.
Secondo le indagini ISTAT e ai dati riportati al XXI Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia, il livello di malessere in Italia è aumentato tra giovani e adulti, tra le cause principali vi sono : lo status economico, la marginalità sociale, l'esclusione dal mercato del lavoro che ha un impatto fortissimo sul benessere psicologico dell'individuo.
Inoltre, nonostante il numero dei suicidi in Italia sia inferiore rispetto al resto d'Europa, gli effetti della crisi giocano un ruolo cruciale nel peggioramento delle condizioni di vita dei giovani e delle famiglie.
Ambiente lavorativo e stress: dati allarmanti
In Italia, sono circa 10 milioni di persone che sperimentano forme di depressione più o meno lievi e più della metà delle volte questo malessere è direttamente proporzionale all'attività lavorativa.
A tal proposito è stato istituito il 10 Ottobre "la giornata della salute mentale sul posto di lavoro": “Mental Health in the Workplace day”.
La data è stata decisa dall' OMS per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema allarmante della salute mentale al lavoro.
In Italia, l'incertezza del lavoro si somma all'ansia e alla competitività a cui le persone vengono sottoposte.
Oltre alla riduzione costante del personale all'interno degli ambienti lavorativi, gli approcci di risposta al problema risultano inadeguati.
"Le misure di prevenzione hanno la peggio sulle misure terapeutiche, il trattamento farmacologico prevale sul rapporto medico paziente, le buone norme comportamentali, in grado di preservare la salute, si riducono a consigli infruttuosi", spiega il docente Ordinario di Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi dell’Insubria.
In particolar modo, le cause lavorative hanno un ruolo preponderante per le sindromi ansio-depressive. Il livello di stress legato all'ambiente e alle condizioni lavorative di precarietà attuale è altissimo; bisogna ricordare che questo tipo di stress causa danni gravi al corpo, specie al sistema cardiovascolare.
Gli enti specializzati e le agenzie internazionali sottolineano l'importanza di sviluppare e ampliare programmi di promozione della salute.
A tal proposito il 21 novembre 2017 sì è tenuto a Firenze il XIII° convegno di programmazione e verifica sul funzionamento dei servizi integrati per la Salute Mentale. L'incontro ha visto la presenza di più esperti in materia, tra cui l'assessore al Diritto della Salute, Stefania Saccardi, che ha sottolineato l'importanza di strutture adeguate affermando che "la Salute Mentale non risiede solamente nel Sistema Sanitario, ma deve essere l’unione di altri fattori: lavoro, casa, integrazione”.
Anche Carola Magni (Ministero dello Salute) che ha evidenziato la necessità di interventi, sia da parte delle associazioni e Servizio Sanitario che di percorsi di cura che sappiano svilupparsi su Piano di trattamento individuale (PTI) e un Progetto terapeutico riabilitativo personalizzato (PTRP).