Lo spauracchio dell'ergastolo ha già sortito i primi effetti. Convocati in tribunale per la formalizzazione di 12 capi d'accusa per tortura, sei per abusi su adulti non autonomi, sei per abusi su minori e altri 12 per mantenimento in cattività, David Allen Turpin, 57 anni, e Louise Anna Turpin, 49 anni, padre e madre dei 13 figli segregati da anni, uno dei più scioccanti casi di abusi in America, si sono messi sulla difensiva.
Sostengono entrambi d'essere innocenti. Ma devono rispondere di accuse gravissime. Nei confronti del padre c'è persino un'accusa per atti osceni su una delle bambine. A scoperchiare la casa degli orrori e salvare gli altri 12 fratelli, è stata una figlia di 17 anni che è riuscita a liberarsi scappando da una finestra. Aveva prima sottratto un telefono a cui era stata tolta la sim con cui ha chiamato il numero delle emergenze e dato l'allarme. La coppia è stata arrestata martedì 16 gennaio nella loro casa di Perris a circa cento chilometri da Los Angeles.
Focus raccapricciante
Quando la polizia ha fatto irruzione nella grande casa di Perris ha trovato altri 12 figli della coppia, di età compresa tra i 2 e i 29 anni, incatenati ai letti in ambienti bui e maleodoranti intrisi di urina.
Tutti, ad eccezione del più piccolo di 2 anni, erano in condizioni di grave malnutrizione e avevano segni di violenze. Dopo due giorni di indagini, il procuratore della contea di Riverside, Mike Hestrin, ha fornito in una conferenza stampa un resoconto dettagliato sulle torture e privazioni a cui erano sottoposto i ragazzi. "Un caso di depravazione umana", l'ha definito. I figli potevano beneficiare di una doccia solo una volta l'anno. Se si lavavano le mani al di sopra dei polsi, venivano incatenati per punizione. E in catene trascorrevano gran parte della vita domestica. Per settimane, a volte per mesi, erano legati ai mobili della casa o ai letti, prima con corde, poi con lucchetti. Potevano fare solo un pasto al giorno a differenza dei loro cari genitori.
Per sadismo estremo, mamma e papà a volte compravano dolciumi e torte ma senza permettergli di mangiarli. Tra le punizioni inferte, percosse e strangolamenti.
Vita da reclusi
L'indagine è solo agli inizi, ha detto il procuratore. Ma è subito emerso un quadro gravissimo. Se le accuse in sede processuale verranno confermate, i Turpin potrebbero passare il resto della loro vita in carcere. Le sevizie e torture a cui hanno sottoposto i 13 figli sono tante. I ragazzi non potevano giocare né vedere la tv, dovevano stare svegli la notte e potevano dormire di giorno tanto non andavano a scuola. Erano educati privatamente a casa dove il padre aveva aperto la Sandcastle Day School, scuola autorizzata con solo sei iscritti.
La loro istruzione consisteva nel memorizzare lunghi brani della Bibbia. Di fatto non erano scolarizzati, non erano mai stati da un dentista o da un dottore, almeno negli ultimi 4 anni. Unico passatempo consentito: tenere un diario. Pagine e pagine ora al vaglio degli inquirenti. Alcuni hanno deficit cognitivi e danni al sistema nervoso e dovranno fare un lungo percorso psicoterapeutico per guarire.
Tentativi di fuga
I figli erano maltrattati da almeno 7 anni. Iniziati come punizione, gli abusi sono diventati sempre più atroci. Abusi che sono sempre andati avanti, dalla prima abitazione sino alla nuova casa in California. In questo Stato nel 2011 la coppia aveva dichiarato bancarotta per debiti fino a 500mila dollari.
La ragazza di 17 anni stava progettando la fuga da due anni. Come e perché ci sia stata un'escalation diabolica e criminale da parte dei genitori è al vaglio degli inquirenti. Non escluso qualche strano culto. La nonna paterna credeva fossero cristiani modello con tanti figli. Ma così non sembra.