A detta di questo caso, ci si può spogliare quasi ovunque; l'importante è che l'esibizione avvenga in strada, un luogo "non sensibile", e quindi incapace di provocare nel prossimo un eventuale sgomento. Il 45enne che inseguì una bambina di 10 anni per poi denudarsi di fronte a lei è stato, infatti, assolto per non aver commesso atti osceni in luogo pubblico.

45enne insegue una bambina di 10 anni e le mostra i genitali

È successo a luglio del 2017, protagonista un uomo di 45 anni che aveva pedinato con la sua auto una bambina di 10 in sella alla sua bicicletta. Dopo averla superata, si era fermato in mezzo alla strada e, con la scusa di chiederle un'informazione stradale, l'aveva fermata per poi improvvisamente abbassarsi pantaloni e mutande, mostrandole i genitali.

I carabinieri avevano subito identificato e rintracciato l'improvvisato spogliarellista che, accusato di atti osceni in luogo pubblico, era stato portato al cospetto dei giudici. Il tribunale di reggio emilia ha così dato il via ad un processo, conclusosi ieri, nel quale il pm aveva chiesto per l'uomo sei mesi di reclusione, mentre l'avvocato dell'imputato, Domenico Noris Bucchi, grazie ad un cavillo è riuscito a far assolvere il suo assistito.

Quale ragionamento capzioso avrà portato alla sua completa assoluzione?

Assolto: per la legge non è reato se commesso in un luogo "non sensibile"

Dal 2016, il reato di atti osceni in luogo pubblico è stato cambiato, infatti si ritiene aggravato solo se viene commesso nelle vicinanze di scuole, asili, oratori o parrocchie, insomma in luoghi frequentati abitualmente dai minori. Allo stesso tempo, il suddetto reato è stato depenalizzato e trasformato in illecito amministrativo se commesso in un luogo pubblico come una piazza, una via o una qualsiasi strada poco bazzicata dai minorenni.

Durante il processo, l'accusa ha affermato che il 45enne aveva compiuto degli atti osceni, abbassandosi pantaloni e slip per far vedere alla bambina i suoi organi genitali.

L'avvocato Bucchi, però, riferendosi alle modifiche del 2016, ha sostenuto in aula che l'uomo si era spogliato in una strada "non sensibile", poiché non rientrava tra i luoghi esonerati dalla depenalizzazione del reato in questione e, di conseguenza, l'atto perpetrato dal suo assistito non rientrava nella fattispecie di quella trasgressione. Il giudice Luca Ramponi, nonostante il pm avesse richiesto una condanna di sei mesi di reclusione, ha assolto il 45enne, liberandolo da qualsiasi reato.