Dopo diverse settimane di intercettazioni è stato arrestato il 59enne italiano di origine egiziana Abdel Rahman, accusato di terrorismo internazionale per aver indottrinato una decina di bambini alla guerra santa contro gli infedeli. Non ci sono molti dubbi in merito alle accuse in quanto dalle intercettazioni trapela proprio la dottrina dell'Isis e il culto dei famosi kamikaze, inoltre il sospettato via internet ha inneggiato alla jihad: sono dati sufficienti per arrestare il soggetto e segnalare al tribunale dei minori i giovani ragazzi islamici, indottrinati al culto terroristico.
Reclutamento per persuasione
È proprio con metodologie analoghe che la guerra santa islamica recluta i suoi soldati, attraverso l’istruzione prescolare, inculcando nelle menti dei giovani i presupposti per dubitare della democrazia europea ed abbracciare la forma più estrema del culto di Allah. Il condizionamento per essere più efficace deve essere rivolto alle menti più malleabili, come i bambini, i quali si lasciano influenzare senza troppe resistente psicologiche. Citiamo il famoso “mito della caverna” di Platone, secondo cui gli schiavi incatenati non vedevano nessuna realtà se non quella a cui sono stati costretti a credere per tutta la loro vita.
Allo stesso modo è possibile influenzare una mente fino a farle credere ad una specifica realtà, in questo caso quella della guerra santa.
Tecniche di condizionamento
Ma come si può a livello pratico influenzare le persone fino a tal punto? Il processo di condizionamento è tanto facile quanto pericoloso, e passa per due assi fondamentali: la costanza e l’attenzione. La costanza dell’influenza è fondamentale, per innestare nella mente un’idea serve tempo e pazienza; la maniera ideale è attraverso dei seminari o delle lezioni settimanali, com’era il caso di Abdel Rahman. L’attenzione invece è necessaria per far si che il soggetto venga effettivamente influenzato dal messaggio, per ottenere l’attenzione di un bambino come di una persona adulta si può fare in due modi: sfruttare la così detta “via centrale alla persuasione”, mediante un discorso stimolante che coinvolga i soggetti ascoltatori, o mediante una presenza gradevole all’esposizione del messaggio, la così detta “via periferica alla persuasione”. Nel fatto di cronaca odierno, Rahman era sia una figura importante che un buon oratore e quindi l’influenza è stata potenzialmente forte.