970 è l’enorme numero delle vittime innocenti strappate alla vita troppo presto per mano della mafia, ed oggi, 20 marzo 2018 migliaia di persone sfilano per ricordarli ed onorare la loro memoria. L’iniziativa che si ripete ogni anno da 23 anni ha i natali a Foggia, città attanagliata dalle organizzazioni mafiose, ma si ripete uguale in altri quattro mila città d’Italia, Europa e America Latina. Bandiere della pace, striscioni e canti caratterizzano la folla di manifestanti, i quali nello stesso momento in cui ricordano i defunti combattono i nemici e si schierano contro quello che ad oggi è uno dei più gravi problemi del mondo.

Cos’è la mafia

970 è un numero impressionante di omicidi, e questo esprime quanto siano spietate e prive di pietà queste organizzazioni; ma oltre a questo che cosa sappiamo della mafia? Che cosa sono le mafie? A livello organizzativo sono delle famiglie, il cui lavoro si tramanda da una generazione all’altra tra gli uomini, e che grazie a una estesa rete malavitosa negli anni sono riusciti ad allungare le mani su ogni possibile fonte di reddito. Pensare che il business delle mafie sia limitato al traffico di stupefacenti, alla prostituzione o alla corruzione politica è un errore comune, infatti come dicevo prima ogni possibile fonte di denaro è un ambiente dove la mafia ha interessi. Sulle mafie esistono molti stereotipi e molte leggende, molti dei quali sono assolutamente falsi.

Per citarne un altro famoso, riguarda la localizzazione: molti pensano che le mafie siano nel sud Italia, sicuramente sono nate lì ma la maggior parte delle loro attività sono al nord Italia, dove l’industria e il commercio sono più forti.

La psiche del mafioso

Tuttavia, il livello più interessante di analisi è quello Psicologico: chi è il mafioso?

Che volto ha? Come si comporta? Queste domande interessano molto la psicologia, in quanto esse si discostano enormemente dalle menti delle persone normali: esiste un forte condizionamento psicologico dietro ogni mafioso, che inizia sin dalla tenera età e continua per tutta la loro vita. Il loro punto di vista è semplice e conciso: o se i della famiglia, un amico, oppure sei niente, non vali niente, a prescindere dalla divisa o dalla popolarità; all’estraneo non viene riconosciuta nessuna autorità e nessun valore.

Questo sistema non consente alla paura di entrare, le mafie non hanno paura di nessuno perché non riconoscono alcun valore al di fuori della famiglia stessa. Un dettaglio molto interessante questo, ma come è possibile forgiare un mafioso in un mondo così ricco di etichette e influenze? È la famiglia stessa a istruire i propri figli, tenendoli lontani dal mondo per la prima infanzia, così le prime influenze (le più importanti) proverranno direttamente dai membri della famiglia e nessun’altro. C’è ancora molto da imparar sulle mafie, ed ogni conoscenza acquisita sarà poi un’arma per distruggere queste organizzazioni e liberarci di queste istituzioni.