Donald Trump dopo Jack Johnson starebbe considerando la grazia postuma per Muhammad Ali. Negli scorsi giorni, parlando con i giornalisti, dichiara: "Sto considerando migliaia di nomi per concedere la grazia e sto considerando anche il nome di Muhammad Ali". Dunque secondo le ultime dichiarazioni rilasciate, il Presidente americano potrebbe concedere un atto di clemenza post mortem a Muhammad Ali.
La stampa americana afferma che il Presidente appaia come 'ossessionato' dal perdono. Infatti nei suoi circa diciassette mesi di presidenza ha concesso la grazia già ben cinque volte. Inoltre secondo i giornali americani avrebbe chiesto al suo staff di preparare un lista di 'perdoni'.
Storia di Ali
Muhammad Ali venne condannato nel lontano 1971 dalla corte Suprema americana per aver rifiutato la chiamata nel 1967 alle armi durante la guerra del Vietnam, dichiarandosi obiettore di coscienza. Inoltre motivò la sua scelta con delle ragioni religiose e con l'assenza di una reale causa per combattere contro una popolazione che non gli avevano recato alcun male.
Nonostante le sue valide motivazioni venne condannato. Oltre a una condanna penale, questa sua scelta gli costò il ritiro del titolo di campione del mondo.
Clemenza per Jack Johnson
Non sarebbe la prima grazia per Donald Trump. Infatti questa arriva dopo il medesimo trattamento di clemenza nei confronti del primo campione mondiale dei pesi massimi di boxe, Jack Johnson. Secondo alcune indiscrezioni la grazia gli sarebbe stata suggerita dall'attore Sylvester Stallone. Anche per Johnson grazia postuma poiché morto nel lontano 1946. Il campione mondiale nel 1913 venne condannato per immoralità per aver trasportato oltre il confine dello Stato una donna anche se era la moglie per motivi 'viziosi'.
Il pugile afroamericano venne condannato da una giuria formata solo da bianchi.
Grazia per Alice Marie Johnson
Altra grazia da parte di Trump verso l'afroamericana Alice Marie Johnson. Alice è stata arrestata per aver facilitato le comunicazioni tra degli spacciatori e condannata per quello che viene definito reato di droga 'non violento'. Condannata all'ergastolo si trova in carcere da 21 anni. La donna, ormai diventata un caso nazionale, ha 63 anni e ha seguito con successo il suo percorso di riabilitazione in carcere, ma non ha ottenuto sconti di pena o agevolazioni. A sostenerla la star dei reality Kim Kardashian che aveva incontrato, a maggio, il Presidente presso la Casa Bianca.