Il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, in base alle poche notizie reali (non contiamo infatti un numero inverosimile di fake news sul suo conto) pervenute in occidente, sarebbe un grande appassionato di cinema. Ci può dunque stare che, dopo la storica stretta di mano con il presidente americano, Donald Trump, abbia dichiarato che "molte persone in tutto il mondo stanno pensando che oggi questo sia un film di fantascienza". Sarebbero state queste le sue parole, secondo la traduzione del suo interprete registrata dalla Cnn e diffusa poi dallo staff dei giornalisti accreditati dalla Casa Bianca che seguono il bilaterale tra Stati Uniti e Corea del Nord a Singapore.
Cinema o meno, si tratta comunque di un evento unico nella Storia e non perché i protagonisti sono i due capi di Stato più chiacchierati dell'ultimo anno: questo è il primo incontro di sempre tra un leader nordcoreano ed un presidente americano in carica.
Due grandi comunicatori
Piaccia o meno, Trump e Kim hanno parecchie cose in comune. Al di là dei toni sprezzanti e poco rispettosi che si sono scambiati per oltre un anno, sono due grandi comunicatori che sanno 'vendere' molto bene la propria immagine: del resto stiamo parlando di un giovane educato per essere leader di un regime i cui connotati sono praticamente monarchici, visto che la presidenza si tramanda di padre in figlio, e di un businessman miliardario il cui 'stile' poco politicamente corretto lo ha condotto sullo scranno politico più importante del pianeta.
Ciò che avviene a Singapore li rafforza entrambi. E pensare che, fino a qualche settimana fa, questo summit sembrava sul viale del tramonto, nel momento in cui Trump che aveva reso nota la sua intenzione di rinunciare. Ma sarebbe stato un clamoroso errore politico che si sarebbe volto a vantaggio esclusivo della controparte.
Trump: 'Tutto è andato molto, molto bene'
Il colloquio privato al Capella Hotel di Sentosa (Singapore) è durato circa 40 minuti in cui i due leader sono stati assistiti dagli interpreti. Poi il vertice è proseguito in maniera 'allargata', con la partecipazione di alti funzionari di entrambi di Paesi. Secondo le prime dichiarazioni di Donald Trump, l'incontro privato con il suo omologo nordcoreano "è andato molto, ma molto bene.
Credo che con Kim risolveremo finalmente un grande dilemma e, lavorando insieme, ci faremo carico di tutto e riusciremo". Il riferimento è ovviamente alle relazioni tra i due Paesi, in uno stato di Guerra Fredda permamente dal 1953, da quando venne firmato l'armistizio che pose fine alla Guerra di Corea. Il miglioramento dei rapporti passa essenzialmente da ciò che Washington ha chiesto, la completa denuclearizzazione dell'arsenale nordcoreano. Si tratta in realtà di un processo lungo e gli Stati Uniti vogliono comunque vedere "sforzi concreti" in tal senso. In cambio garantiranno la sicurezza di Pyongyang: tradotto in soldoni, potrebbe volere significare in qualche modo la fine delle sanzioni economiche che gravano sulla Corea del Nord oltre ad un alleggerimento dell'attuale presenza militare americana nella penisola.
Su questi margini ci sarà tanto da lavorare, da una parte e dall'altra.
'Un onore essere qui'
Ad ogni modo il clima che si respira a Singapore è di estrema cordialità. Trump si rivela un ottimo cerimoniere quando dice ai giornalisti, con Kim Jong-un seduto alla sua destra, che "essere qui oggi è un grande onore e mi sento veramente bene. Sono sicuro che, insieme, avremo una relazione formidabile". Il giovane leader di Pyongyang si è espresso più o meno sugli stessi toni. "Non era certamente facile essere qui oggi, c'erano davvero tantissimi ostacoli, ma li abbiamo superati ed oggi ci siamo". Al termine dei previsti incontri, i due leader hanno sottoscritto un documento che contiene i primi passaggi fondamentali dell'intesa tra i due Paesi.
Trump lo ha definito “abbastanza completo”.
Una linea da concordare
Ovvio che quanto accade a Singapore non risolve in un colpo solo anni di tensioni tra i due Paesi. Nessuno ha dimenticato che lo scorso anno, di questi tempi, il timore relativo ad un conflitto in estremo oriente che sarebbe stato disastroso per l'intera area, era tangibile. In realtà, sebbene entrambi i leader siano abili usufruitori della celebre 'strategia del pazzo' tanto cara all'ex presidente USA, Richard Nixon, nessuno voleva arrivare al punto di non ritorno. Non sappiamo con certezza, ma possiamo intuire quanto sia stato importante il ruolo della Cina nell'attuale distensione avviata all'inizio del 2018, con la scelta della Corea del Nord di partecipare ai Giochi Olimpici di Pyeongchang.
Riteniamo pertanto che il riavvicinamento di Kim verso Pechino, testimoniato dal suo primo incontro con il leader cinese Xi Jinping, abbia fatto da spartiacque ancor più dei successivi accordi con la Corea del Sud. Un singolo vertice USA-Nord Corea non risolve il 'grande dilemma' citato da Donald Trump, ma getta le basi per un futuro più nitido se visto nell'ottica delle burrascose relazioni tra Washington e quello che, più di tutti, è stato definito dalla Casa Bianca uno 'Stato canaglia'. Ad ogni modo, ciò che viene discusso a Singapore verrà certamente affidato a futuri negoziati e non è da escludere che, nei prossimi mesi, possa già esserci un secondo incontro tra i due capi di Stato: se questo si svolgesse in uno dei due Paesi e non in 'campo neutro', così come è stata definita la scelta di Singapore, sarebbe ancora più storico.
Il principale nodo da sciogliere
Qualunque siano state le parole dei due leader, al di là dei reciproci convenevoli e di documenti ufficiali che, la Storia insegna, sono sempre abbastanza relativi, il nodo della questione resta abbastanza complesso da sciogliere perché Washington e Pyongyang potrebbero comunque avere visioni differenti circa lo smantellamento dell'arsenale nucleare di quest'ultima. La Casa Bianca vuole che sia "totale e verificabile", ma soprattutto "irreversibile". La controparte pretende immediate garanzie e punta ad un processo graduale che venga compensato da contropartite politiche ed economiche. "Essere qui è già un grande evento", hanno detto i protagonisti del summit e, ovviamente, nessuno può contestare questa affermazione.
Comunque vada nel futuro, Donald Trump ha messo a segno un 'colpaccio' che gli fa guadagnare notevoli punti in termini di prestigio internazionale ed oscura quasi completamente il 'testacoda' al G7. Perché qui si scrive la storia e, pertanto, le beghe politico-economiche con gli altri 'grandi' della Terra possono anche attendere momenti migliori.