Pare che l'odissea dei naufraghi a bordo deIla nave Aquarius stia finalmente per giungere alla fine: il Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato pubblicamente che alla nave verrà concesso di approdare in Spagna, sottolineando come sia "nostro obbligo aiutare ad evitare una catastrofe umanitaria ed offrire un porto sicuro a queste persone". Così, in seguito ad un vertice fra il premier Giuseppe Conte e le Capitanerie di porto, nel corso della notte scorsa, un nuovo piano è stato predisposto dal MRCC di Roma: i migranti verranno trasferiti su navi italiane e condotti al porto di Valencia - con un tempo stimato di navigazione di circa quattro giorni - mentre ieri mattina ulteriori rifornimenti sono stati forniti loro sempre da un'imbarcazione italiana.

"Siamo a 27 miglia a Nord-Est di Malta, abbiamo ricevuto questa mattina dei rifornimenti da parte di una nave italiana e abbiamo anche ricevuto la conferma scritta dal MRCC di Roma che il nostro rapporto safety sarà a Valencia", ha confermato - nel corso della trasmissione Agorà - Alessandro Porro, soccorritore volontario presente a bordo dell'Aquarius.

Anche la Ong SOS Mediterranée ha dichiarato in un tweet che "i team sono sollevati che si inizi a trovare una soluzione, sebbene il risultato sia il prolungamento del tempo in mare non necessario per i naufraghi e una riduzione dei mezzi di soccorso".

Resta solo da vedere quale sarà il prezzo da pagare in termini umanitari per questo "scaricabarile" di richiami al rispetto delle convenzioni internazionali fra i Paesi del Mediterraneo; i membri della Ong, infatti, non nascondono la propria preoccupazione rispetto alla sicurezza dell'equipaggio e dei migranti soccorsi: "Questa mobilitazione è un segno molto positivo, ma andare in Spagna richiederà diversi giorni. Con 629 persone a bordo ed un meteo in peggioramento, la situazione rischia di diventare critica".

Un'odissea durata due giorni

Sono due giorni che la nave Aquarius vaga nel limbo del "tira e molla" istituzionale per ottenere l'autorizzazione ad attraccare in un qualsiasi porto dell'Unione Europea.

Dalla sera del 10 giugno, infatti, è iniziato il braccio di ferro tra Italia e Malta per decidere quale Paese dovesse farsi carico di accogliere i 629 migranti soccorsi in mare dall'Ong SOS Mediterranée, dei quali 123 sono minori non accompagnati e 7 donne incinte. Dopo il netto rifiuto del governo di La Valletta, in quanto porto più vicino, di permettere all'Aquarius di attraccare, il premier Joseph Muscat ha dichiarato di non poter assicurare il supporto di Malta per qualsiasi intervento, anche di tipo umanitario. Ma questa dimostrazione dell'indisponibilità di Malta in tema di immigrazione è solo l'ultima di una lunga serie: già il giorno prima dell'inizio della contesa, aveva negato lo sbarco sulle proprie coste ad un'altra nave di una Ong olandese, in forte difficoltà per via delle onde alte, che quindi ha finito inevitabilmente per approdare in Italia, a Pozzallo.

La vera novità stavolta, nel caso dell'Aquarius, è stata la reazione di Palazzo Chigi, riassunta dall'hashtag #chiudiamoiporti ideato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. L'invio di due motovedette con dei medici, infatti, è tutto quello che è stato predisposto dal Governo Conte per l'Aquarius nelle prime ore dell'emergenza: l'idea di permettere l'ingresso della nave in un porto italiano è stata fin da subito fermamente respinta. Come twitta Salvini: "Da oggi anche l'Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell'immigrazione clandestina".

Alla fine della contesa: diritto internazionale o solidarietà umana?

Come ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, "la Spagna con un grande atto di responsabilità si prenderà carico di questi primi 629 migranti: speriamo che lo facciano altri ancora".

E' chiaro che il Governo italiano stia cercando di mandare un segnale forte all'Unione Europea, come lo stesso Toninelli esemplifica: "Chiediamo solidarietà internazionale. Facciamo un appello a tutti di agire nel brevissimo termine, affinché altri Paesi dopo la Spagna aprano i porti". I flussi migratori che hanno interessato il bacino del Mediterraneo negli ultimi anni sono indubbiamente una questione urgente, a cui l'Europa dovrebbe cercare di far fronte in maniera compatta ed unitaria, secondo i principi della solidarietà internazionale. L'atteggiamento di Malta è un chiaro esempio di come l'Italia sia stata lasciata da sola ad affrontare il problema, e questo non è giusto. Ma strumentalizzare la vita di esseri umani come i migranti è veramente la strada giusta per chiedere aiuto?