Il Ministro degli Interni Matteo Salvini ha chiuso i porti italiani alla nave Aquarius, in navigazione nel Mediterraneo con 629 migranti a bordo. Alla nave è stato negato il permesso di approdare nei porti italiani. Una notizia immediatamente rilanciata dai profili social di Salvini, dove è stata appresa dai suoi followers con grande soddisfazione. La pagina Facebook del leader leghista in poche ore ha raccolto decine di migliaia di "mi piace", commenti e condivisioni. Ma la soluzione per fermare gli sbarchi è davvero questa?

Le persone a bordo della nave Aquarius

A bordo dell'imbarcazione, dove sono operativi i volontari della Ong "Medici Senza Frontiere" ci sono 629 migranti, dei quali 123 minorenni non accompagnati, undici bambini e sette donne incinte. Si tratta di persone che sono state soccorse e salvate dal mare in sei distinte operazioni eseguite durante la notte scorsa, tra cui gli occupanti di un gommone che si era rovesciato. Aquarius ha prestato soccorso a 229 migranti, mentre altri 400 sono stati soccorsi dalla guardia costiera italiana e da navi mercantili e successivamente trasbordate a bordo della nave della Ong.

La soluzione è davvero negare i porti?

Rifiutarsi di fare approdare l'imbarcazione nei porti italiani è davvero la soluzione?

Quanti festeggiano la decisione sono sicuri che questo diniego non possa costare la vita a qualcuno, o la perdita del bambino ad una delle donne incinte? Oppure questa eventualità è un "danno collaterale" ammissibile? Il ministro dell'Interno ha attaccato il governo maltese, che a sua volta impedisce l'approdo dei barconi nei porti di Malta, ma - nel caso specifico - non ha rivolto una parola nei confronti dell'Unione Europea, che da sempre lascia solo il nostro paese a fare fronte agli sbarchi, come ha recentemente riconosciuto anche la cancelliera tedesca Angela Merkel.

E' mai possibile che i 28 paesi che compongono l'UE non siano in grado di fermare le partenze dai paesi di origine? O comunque trovare soluzioni comuni efficaci, facendo in modo che l'intera comunità europea si faccia carico della delicata situazione.

Negare i porti italiani e prolungare la permanenza in mare a 629 disperati certo non risolve il problema, si tratta di una manovra che può servire a livello propagandistico ad acquisire il consenso di quanti sono stanchi degli sbarchi e dell'immigrazione clandestina, ma non fermerà le partenze di quanti, per inseguire il sogno di una vita migliore o per fuggire dalla guerra sono disposti a rischiare la propria vita nelle carrette del mare.

Dal primo di gennaio a oggi nel Mediterraneo sono morte 750 persone, un dato che quando si affronta la questione deve essere tenuto in considerazione. Contrastare l'immigrazione clandestina ed il traffico di esseri umani è doveroso e legittimo, però Restiamo Umani.