Uno studio coordinato da Anna Capaldo, ricercatrice di anatomia comparata e citologia presso l'Università Federico II di Napoli, ha evidenziato una concentrazione di cocaina molto elevata nei fiumi europei, soprattutto per quanto riguarda i corsi d'acqua che scorrono nei grandi centri urbani. A risentire particolarmente di questa situazione è la fauna ittica, tant'è vero che lo studio è stato compiuto sulle anguille europee: è stata scelta proprio questa specie poiché è in pericolo di estinzione (pericolo critico secondo la lista IUCN) e ha delle carni piuttosto grasse, che agevolano l'accumulo di sostanze rendendo più facile l'analisi.
La cocaina quindi va ad aggiungersi ad altri fattori di rischio, come i prodotti cosmetici.
Dettagli dell'esperimento
Gli addetti ai lavori hanno messo alcuni esemplari di anguilla europea in vasche con una concentrazione di cocaina nell'acqua corrispondente a quella che si può riscontrare in alcuni fiumi europei che passano attraverso le grandi città (ad esempio il Tamigi), e successivamente sono state analizzate le carni degli individui. Dopo pochi giorni è stato constatato che la cocaina aveva compromesso la funzionalità di diversi organi: quelli danneggiati maggiormente sono risultati essere i muscoli, ma anche la pelle e il cervello risentono molto dell'influenza della cocaina. Sono stati inoltre registrati dei cambiamenti a livello ormonale negli esemplari presi in esame.
La seconda fase dell'esperimento ha visto il trasferimento degli individui studiati in acque senza tracce di cocaina: anche ad una distanza temporale di dieci giorni, i problemi riscontrati durante la prima fase dell'esperimento non sono rientrati, mettendo in risalto dei tempi di ripresa molto lunghi.
Possibili conseguenze sulla fauna e sull'uomo
Ovviamente l'anguilla europea, come spiega Anna Capaldo, non è l'unica specie che risente delle alte concentrazioni di cocaina nei fiumi: il problema si estende anche ad altri animali acquatici, soprattutto i pesci stanziali, i quali non fanno migrazioni e tendono a vivere in un'area circoscritta e talvolta non molto grande.
Ricerche future approfondiranno l'effetto combinato della cocaina con le altre sostanze inquinanti già presenti nei fiumi, ad esempio i metalli pesanti e i farmaci. Per quanto riguarda l'uomo, gli effetti della carne contaminata non sono stati ancora studiati: una prima analisi fa comunque pensare che non si verifichi bioaccumulazione a livello muscolare, quindi non ci sarebbero rischi nel mangiare le anguille. L'effetto che ha la cottura, tuttavia, è ancora incerto e seguiranno ricerche a tal proposito.