La Procura di Firenze ha avviato la procedura per una richiesta di rogatoria negli Stati Uniti. Destinatarie della missiva sono tutte quelle organizzazioni umanitarie che, dal 2008 al 2016, hanno versato milioni di dollari di aiuti umanitari nelle case dell’associazione ‘Play Therapy Africa’, gestita da Alessandro Conticini e dai fratelli Luca e Andrea, quest’ultimo cognato di Matteo Renzi.

L’inchiesta per appropriazione indebita nei confronti dei tre Conticini rischia di arenarsi senza una querela della parte lesa. La legge italiana, riformata lo scorso aprile dall’allora ministro della Giustizia, Andrea Orlando, prevede infatti l’obbligatorietà della denuncia da parte dei truffati. In caso contrario, il cognato di Renzi e i suoi familiari potrebbero essere imputati solo per riciclaggio e reimpiego illecito di fondi.

Rogatoria internazionale partita da Firenze con destinazione Usa

Secondo quanto riporta questa mattina Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, la Procura di Firenze, guidata dal procuratore Giuseppe Creazzo, ha avanzato formale richiesta di rogatoria internazionale agli Stati uniti d’America.

Destinatarie del documento sono tutte quelle organizzazioni umanitarie che, negli scorsi anni, hanno elargito sostanziose somme di denaro all’associazione ‘Play Therapy Africa’, di cui Alessandro Conticini è fondatore e presidente. L’ipotesi dei pm Giuseppina Mione e Luca Turco è che Alessandro, insieme ai fratelli Luca e Andrea, abbia dirottato circa 6,6 milioni di dollari, degli oltre 10 ricevuti come obolo per aiutare i bambini africani poveri, verso conti correnti personali. Denari poi in parte reinvestiti in immobili e società (alcune partecipate dai membri della famiglia Renzi).

Quali sono le organizzazioni truffate

Dunque, le organizzazioni umanitarie presuntamente truffate sono l’Unicef, attraverso il suo fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (3,9 milioni di dollari donati), la Fondazione Pulitzer (5,5 milioni) e altre 6 associazioni no profit statunitensi o australiane.

Un totale di circa 10,5 milioni di dollari, finiti per più della metà, questa la tesi accusatoria dei magistrati, nelle tasche dei fratelli Conticini. Soldi finiti non solo nella ‘Play Therapy Africa’, ma anche nelle casse di altre due associazioni, tutte riconducibili ad Alessandro Conticini, in passato rappresentante proprio dell’Unicef ad Addis Abeba, in Etiopia. Vero che le organizzazioni presunte vittime stanno collaborando da mesi con gli inquirenti, fornendo bilanci e documenti che hanno consentito di risalire la corrente di questo fiume di denaro destinato ai bambini poveri, poi sparito misteriosamente. Ma senza la loro denuncia formale il procedimento contro il cognato di Renzi e i suoi fratelli rischia di finire in un porto delle nebbie.

La reazione di Renzi

In questo quadro, Andrea Conticini, cognato di Matteo Renzi in quanto marito della sorella Matilde, è accusato di essere il “procuratore speciale” del fratello Alessandro, poiché avrebbe provveduto a reinvestire parte del denaro illecito anche in società partecipate direttamente dai Renzi come la Eventi6, la Dot Media e la Quality Press Italia. Accuse pesantissime alle quali l’ex premier ha risposto con una nota ufficiale in cui minaccia azioni legali contro chiunque oserà accostare il suo nome a un caso giudiziario dal quale si ritine del tutto estraneo.