Ad Eboli, in provincia di Salerno, una donna di 80 anni è morta a causa del tetano. La signora stava lavorando nel suo orto, quando si era tagliata ad una gamba con una cassetta della frutta. In un primo momento, sembrava che la ferita si fosse rimarginata ma, in realtà, dopo un paio di settimane la situazione ha iniziato a peggiorare, fino a quando la pensionata non è morta dopo ben 45 giorni di agonia.
Il calvario dell'anziana donna
Nonostante le cure ricevute dai medici, dopo quasi un mese e mezzo l'anziana è deceduta all'ospedale Santa Maria Addolorata di Eboli. Tutto era cominciato quando l'80enne, mentre si occupava del suo orticello, si era procurata una ferita ad una gamba con una cassetta della frutta: rientrata in casa, aveva provveduto a medicarsi da sola, sottovalutando probabilmente la portata dell'infortunio. Pochi giorni dopo, la ferita sembrava essersi rimarginata, e nessuno avrebbe mai potuto pensare cosa sarebbe accaduto di lì a poco.
Infatti, a circa due settimane dall'incidente, la donna campana aveva cominciato ad accusare una serie di sintomi piuttosto sospetti, lamentando una certa difficoltà nel deglutire e delle improvvise contrazioni al viso.
A questo punto aveva deciso di recarsi presso il nosocomio ebolitano, dove il personale medico aveva provveduto al ricovero e a tutti gli esami del caso, fino a quando non era emerso che la paziente aveva contratto il tetano.
Nonostante le cure e il ricorso al siero antitetanico reperito presso gli ospedali e le Asl di Salerno, la signora è morta dopo 45 giorni.
Cos'è il tetano
Il tetano è una malattia infettiva non contagiosa, causata dalla tossina prodotta dal batterio "Clostridium tetani". Tra i primi sintomi della patologia vi è una paralisi al viso e al collo, che a poco a poco si diffonde anche al torace e all'addome. L'infezione può essere provocata da tagli o ferite con oggetti contaminati dal batterio che, solitamente, penetra nella profondità dei tessuti e, tramite anaerobiosi, riesce a proliferare e a produrre la tossina.
Inizialmente si pensava che il tetano fosse una malattia neurologica, ma nel 1884 i ricercatori italiani Antonio Carle e Giorgio Rattone scoprirono la vera origine della patologia provocando l'infezione su alcuni conigli, utilizzando delle sostanze estrapolate dalle pustole di un uomo morto proprio di tetano.
Il batterio ha un'ampia capacità di resistenza in ambienti ostili quali metallo e terreno. La spora, inoltre, è capace di sopravvivere anche ad ebollizione per 15-90 minuti, così come a numerosi disinfettanti quali fenolo, etanolo e formaldeide. Ferite profonde o lacero-contuse causate dal contatto con terriccio, legno e metallo, possono rappresentare l'ambiente ideale per la spora, favorendone la mutazione nella sua forma vegetativa che produce due tossine, la tetanospasmina e la tetanosilina.