L'ultima folle moda che spopola tra i giovanissimi e corre sui social, viene da Piacenza e ricorda Fight Club , il celebre film del 1999 diretto da David Fincher. Ogni settimana, decine e decine di ragazzini si organizzano online e si danno appuntamento nel centro storico per darsele di santa ragione. Da almeno tre settimane, infatti, si verificano - soprattutto nei weekend - delle risse che vedono protagonisti gli adolescenti della città emiliana.
Solo lo scorso sabato, la polizia, ha identificato una sessantina di ragazzi e ne ha portati in commissariato sei.
Prima regola del fight club
Chi ha visto il film (o ha letto il romanzo da cui è tratto) lo sa benissimo: "La prima regola del Fight club è... non parlare mai del Fight club". Eppure, a Piacenza, se ne parla, eccome. Addirittura lo si pubblicizza sui vari social! Il luogo e la data degli "incontri" (o meglio delle risse) a cui prendono parte centinaia di giovanissimi viene diffuso online, con qualche giorno d'anticipo, così i "combattimenti" diventano un vero e proprio evento: i ragazzi, molti ancora minorenni, si affrontano e si picchiano solo per il semplice gusto di farlo davanti a un pubblico urlante armato di smartphone.
Può capitare, come è successo qualche giorno fa, che la rissa sia stata scatenata da qualche like di troppo lasciato sul profilo Instagram di qualche ragazzina. Ma è solo un pretesto per menar le mani, per accendere la miccia: così - come hanno scoperto gli inquirenti visionando i video che girano in rete - la situazione si surriscalda e a un insulto segue una minaccia, poi un cazzotto o un calcio ben assestato. Nelle clip si sentono ragazzini (poco più che bambini) incitare i loro eroi: " Spaccagli il c.. o! ", "Ammazzalo! " .
L'appello del questore
Lo scorso sabato gli agenti di polizia hanno identificato 63 persone (sia spettatori sia pugili improvvisati): tutti hanno un'età compresa tra i 14 ed i 20 anni; alcuni sono italiani, altri stranieri.
Il "fight club in salsa padana" sta preoccupando e - non poco - il questore di Piacenza, Pietro Ostuni, che nelle scorse ore ha deciso di lanciare un appello. "Ragazzi - li ha messi in guardia - Non inseguite i falsi miti della violenza e state molto attenti perché potreste mettervi nei guai con la legge: dopo i 14 anni si è imputabili". Poi ha aggiunto: "Tutto quello che si fa in rete lascia un segno, una traccia". Infine, rivolgendosi agli insegnanti e ai genitori ha affermato: "Prestate attenzione ai ragazzi, a quello che fanno e a quello che dicono".
Le forze dell'ordine stanno ricostruendo la dinamica degli incontri e la Polizia Postale sta visionando i filmati per risalire ai protagonisti delle risse. Nessuno però, almeno per il momento, non parla né denuncia.