Non riescono a darsi pace i compagni e le compagne di scuola di Paolo M., il 15enne che nei giorni scorsi si è suicidato nella sua cameretta a Santi Cosma e Damiano, piccolo centro sulle pendici dei Monti Aurunci, in provincia di Latina. Il ragazzino, iscritto alla sede locale dell'I.T.I.S. Antonio Pacinotti della vicina Fondi, sarebbe stato vittima dei bulli forse per via dei suoi lunghi capelli biondi e del suo carattere estremamente sensibile. Gli studenti dell'istituto, attoniti, come riportato dalla redazione romana del Corriere della Sera, non riescono a darsi una spiegazione.

"Noi non abbiamo fatto niente", si dicono.

Intanto, Il Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara dopo aver telefonato alla famiglia, ha avviato delle ispezioni nelle scuole medie e superiori frequentate da Paolo. La procura di Cassino, coadiuvata dai carabinieri di Formia, ha invece disposto il sequestro dello smartphone dell'adolescente e ha aperto un fascicolo, a carico d'ignoti, per istigazione al suicidio.

Le reazioni della scuola del 15enne

Oggi, lunedì 15 settembre, sono riprese le lezioni all'I.T.I.S. Pacinotti di Santi Cosma e Damiano. Gli studenti, sgomenti per la morte dI Paolo M., sono rientrati in classe nonostante il pesante lutto ancora da rielaborare. E, alcuni di loro, ripensando al compagno, si sono sentiti male.

Incapaci di sostenere tanta pressione, i ragazzi, confrontandosi tra loro, si ripetono: "Non abbiamo fatto niente".

La dirigente scolastica, la professoressa Gina Antonetti, ripercorrendo la vicenda, ha evidenziato che la scuola non ha mai ricevuto denunce. Poi, pur riconoscendo una quotidianità certamente complessa, non ha evidenziato situazioni di particolare disinteresse o mancati interventi. "Siamo tutti scossi – ha affermato – E dispiace vedere raccontato l’accaduto in un contesto in cui s'è fatto di tutto per arginare il disagio". Nel plesso di Santi Cosma, infatti, da quanto si apprende, si lavora da sempre sul linguaggio e sull'inclusione. Risultano inoltre attivo uno sportello di ascolto e corsi volti al contrasto del bullismo e del cyberbullismo.

"I ragazzi - ha continuato Antonetti - sono disperati per quanto è successo, ma per fortuna, in questo clima, non mancano, per la nostra scuola, attestati di stima" . Infine, ricordando Paolo, ha concluso: "Era un ragazzo sensibile, che s'infastidiva anche davanti ad una parolaccia. Tuttavia, durante i consigli di classe non aveva mai sollevato problemi che lo riguardassero".

Il 15enne non si trovava bene a scuola

Le indagini sono in corso, ma sembra probabile che Paolo abbia maturato l'idea di togliersi la vita proprio negli ambienti scolastici. I familiari sostengono che il ragazzino non si trovasse bene in classe e fosse vittima dei bulli, anche per via della sua estrema sensibilità e del suo aspetto fisico.

"Amava portare i capelli biondi, molto lunghi", ha ricordato la madre.

Proprio per questo, alcuni ragazzi avrebbero cominciato a deriderlo chiamandolo "Paoletta" e "Nino D'Angelo". La famiglia sarebbe subito intervenuta, denunciando, ma poco sarebbe cambiato.

Papà Giuseppe era solito confrontarsi costantemente con i docenti del figlio. "Paolo era tra i più bravi - ha spiegato - aveva tutti 7 e 8, ma per un 5 era stato rimandato in matematica". Nel corso dell'ultimo anno scolastico - sempre secondo l'uomo - tuttavia, il 15enne, avrebbe iniziato a manifestare una certa insofferenza verso la scuola e un malessere crescente. "Noi - ha concluso - gli siamo stati sempre vicini, ma sia i professori che la vicepreside, pur essendo a conoscenza degli atti di bullismo, non hanno fatto niente".

Le verifiche del ministro Valditara

Paolo si è tolto la vita, impiccandosi, giovedì 11 settembre, poco prima dell'apertura dell'anno scolastico. Il caso, ha scosso non solo la comunità del Basso Lazio, ma ha richiamato l'attenzione anche del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha avviato delle verifiche in tutti gli istituti frequentati, negli ultimi anni, da Paolo.

"La scuola - ha puntualizzato Valditara - deve avere un ruolo nel coltivare la cultura del rispetto". Quindi, ha rimarcato l'importanza di rimettere al centro la persona.

"Sono già stato chiamato da un'ispettrice per un colloquio", ha confermato papà Giuseppe che, nelle scorse ore, è stato raggiunto telefonicamente dallo stesso ministro.

Se hai pensieri suicidi o hai amici o amiche che hanno pensieri suicidi chiama il Telefono amico allo 02.2327.2327, il numero è attivo tutti i giorni dalle 10 alle 24. Puoi anche contattare il servizio della Samaritans Onlus, attivo dalle 13 alle 22, al numero verde 06.7720.8977. In caso di emergenza puoi chiamare il 118 oppure il 112 - che ha una linea dedicata alla prevenzione dei suicidi - entrambi attivi 24 ore su 24.