Durante questo mese di ottobre, i fenomeni ambientali estremi continuano ad avvicendarsi. Dopo il secondo uragano che ha colpito il Messico e lo tsunami in Indonesia, questa notte si è verificato anche un Terremoto di 6.8° della Scala Richter nelle coste del Peloponneso. Fortunatamente non sono ancora stati rilevati danni importanti a cose o persone e l'allerta tsunami diramata questa mattina, per via della variazione del livello del mare seguita al terremoto, è rientrata.
Il sisma è stato percepito anche in Italia e le dinamiche dietro di esso sono chiare ai geologi. Inoltre c'è stata una recidiva importante, nella zona di nostro interesse che dal 1900 è colpita da molti terremoti di questo genere.
Il terremoto del Peloponneso
Il primo a registrare il terremoto in Grecia è stato l'United States Geological Survey (USGS). L'agenzia ha fissato l'epicentro a sud-ovest di Mouzaki, con un ipocentro a 14 km dal suolo. Il livello delle scosse percepito è stato fissato sul 'very strong' ovvero 'molto forte'. Il sisma è avvenuto alle 22:54:51 UTC. Il terremoto ha avuto origine, come riporta l'Usgs, dalla rottura delle placche fra l'Africa e l'Eurasia.
Lì si sta verificando un fenomeno di subduzione, che vede la placca della Numbia (in Africa) scivolare al di sotto di quella euroasiatica ad una velocità di 28 millimetri all'anno. Il meccanismo focale rilevato indica uno scivolamento obliquo di media intensità delle suddette placche. La regione in cui si è verificato il terremoto, difatti, è molto attiva: dal 1900 si sono verificati ben 13 sismi con una magnitudo intorno al 6.5, il più recente dei quali avvenuto nel 2015. Il sisma è stato avvertito, come riporta Repubblica, anche in Puglia, Basilicata, Sicilia e Calabria e su gran parte del Mediterraneo Centrale. In Italia il terremoto è stato percepito anche a Ragusa e in buona parte della Campania, dove sono arrivate diverse segnalazione dai residenti di Napoli, specialmente da persone che abitano i piani alti degli edifici.
Recidive
L'Ingv ha rilevato una recidiva di 5° della scala Richter questa mattina alle 05:48:37 UTC. Questa volta l'epicentro del sisma è situato a 15 km di profondità ad una latitudine di 37.45° e una longitudine di 20.63°. Per ora non sono state rilevate ulteriori recidive, anche se la popolazione è in allerta.
Dati differenti e precisazioni
I rilevamenti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia differiscono leggermente da quelli del Usgs. Per la Sala sismica Ingv-Roma, l'ipocentro del terremoto è a 10 km dal suolo. Più precisamente, come riporta l'Ingv, il terremoto è avvenuto ad una latitudine di 37.49° e una longitudine di 20.06°. Per aiutare i geologi a collezionare dati sempre più precisi è possibile compilare il questionario sul sito ufficiale dell'Istituto 'Hai sentito il terremoto'?
L'allerta tsunami
L'INGV e la Protezione Civile avevano diramato l'allerta arancione tsunami per le Grecia e per le coste di Calabria, Basilicata, Sicilia (Ionio) e Puglia. Fortunatamente l'allerta è rientrata alle 6.48 di questa mattina, siccome la variazione del livello dei mari riscontrate subito dopo il sisma, sono rientrate nella norma.
Questo mese un altro maremoto si è verificato in Indonesia, dove molte persone sono morte. Invece, per quanto riguarda le coste dell'Italia si teme che se l'Etna dovesse collassare in mare (come sta accadendo), potrebbe causare uno tsunami.
Ci sono stati danni?
Benché la magnitudo del terremoto sia stata piuttosto elevata, attualmente non si registrano danni a cose o persone.
Come riporta la BBC dopo il devastante terremoto del 1973, che colpì le coste del Peloponneso con una magnitudo di 7.3, la Grecia è corsa ai ripari fortificando gli edifici e organizzandosi per sismi di questo genere.
Le prime immagini diffuse sui social, mostrano comunque spaccature nelle strade e crepe negli edifici.