Un team di scienziati del GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research Kiel, insieme ai ricercatori del progetto The Future Ocean e all'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha evidenziato delle dinamiche pericolose in atto nel versante sud-est dell'Etna. Inizialmente si pensava che lo scivolamento del vulcano verso il mare fosse dovuto alla risalita del magma ma, analizzando attentamente i dati, i ricercatori si sono accorti che la colpa è della forza di gravità. Questa notizia apre scenari peggiori e molto più pericolosi di quelli che si potevano prospettare se a causare l'anomalia fosse stato il magma.

Infatti le regioni vicine all'Etna corrono il rischio di frane e tsunami.

Anomalia sul versante sud-est del vulcano

Nel 2016 da alcuni rilevamenti satellitari gli scienziati notarono che il fianco sud-est dell'Etna stava scivolando in mare. I ricercatori non poterono però utilizzare i dati satellitari per capire cosa stesse succedendo sott'acqua. Allora l'INGV cominciò a collaborare con un team di scienziati GEOMAR. Questi posizionarono cinque transponder (dei dispositivi per emettere e ricevere segnali acustici) in acqua, alle pendici del fianco sottomarino del vulcano. Come riporta il sito ufficiale GEOMAR, la dottoressa Urlaub ha spiegato che "tre sonde sono state posizionate sul settore scorrevole mentre le ultime due sul versante stabile".

Dopo aver ricevuto i dati dai transponder, i ricercatori notarono che effettivamente l'Etna stava collassando in mare sul versante sud-est mentre gli altri fianchi rimanevano stabili. In un primo momento si diede la colpa ai movimenti del magma. Ma gli studi andarono avanti.

I dati

I transponder inviano segnali acustici ogni 90 minuti.

Poiché la velocità della propagazione del suono in acqua è nota, il tempo di percorrenza fra le sonde evidenzia la distanza fra di loro. Nel 2017 gli scienziati notarono che la distanza fra i dispositivi era variata sensibilmente. Il vulcano si abbassava di un centimetro in un periodo di otto giorni. In totale le sonde hanno raccolto dati per 15 mesi.

Confrontando i dati ottenuti da GEOMAR con quelli collezionati dal satellite, la dottoressa Urlaub ha affermato che l'intero fianco sud-est ha cambiato posizione. Un articolo è stato pubblicato ieri sulla rivista Science Advances, in cui i ricercatori spiegano che la colpa non è da attribuire ai movimenti del magma ma alla gravità. Questa non è una buona notizia e fa prospettare scenari decisamente peggiori del previsto.

Pericoli frane e tsunami

La situazione è più seria del previsto: l'abbassamento del vulcano non è dovuto alla risalita del magma, che è graduale e prevedibile, ma alla forza di gravità. I ricercatori sono arrivati a questa conclusione analizzando i dati collezionati. Le sonde sono rimaste stabili per la maggior parte del periodo quando, dal 12 al 22 marzo del 2017, è avvenuto un improvviso e repentino cambiamento.

Questo purtroppo non permette agli scienziati di prevedere alcunché, poiché il vulcano potrebbe collassare all'improvviso causando danni importanti all'area circostante. Oltre alle frane, si teme particolarmente il rischio tsunami, poiché parte del vulcano potrebbe collassare all'improvviso in mare e causare uno tsunami di notevoli dimensioni, senza nessuna possibilità di preavviso da parte degli scienziati. Ad aumentare la pericolosità di frane improvvise è il fatto che un piede dell'Etna sia imbevuto d'acqua e quindi più fragile.

Attendiamo ulteriori notizie.