Federico aveva solo 15 anni, ma il coraggio era quello di un adulto. Quando le acque del fiume Milicia sono straripate ed hanno invaso la villetta in cui vivevano due famiglie lui non ha esitato un solo istante, ha afferrato il corpicino della sorella Rachele di appena un anno, tenendola sopra il livello dell'acqua, ed ha urlato al padre che alla piccola ci avrebbe pensato lui.

Il racconto del padre

A raccontarlo è il papà, Giuseppe Giordano, scampato alla tragedia. "Federico e Rachele erano attaccatissimi, lui la trattava come una principessa per questo non mi stupisce più di tanto il suo gesto eroico, lui era così. Durante quei minuti di paura ho visto Federico che cercava di portare in salvo la sorellina, mi ha gridato che era riuscito ad afferrarla, infatti lo vedevo che la teneva in alto come un trofeo. Un istante dopo non li ho visti più, l'onda assassina di fango mista a detriti me li ha inghiottiti per sempre".

La disperazione di un uomo che ha perso tutto

Non si da pace il papà di Federico, nella tragedia ha perso la moglie e due figli.

"Sono un uomo distrutto, fino a ieri avevo una bella famiglia, ero circondato dall'affetto dei miei cari, oggi sono solo e disperato. Quando il fango ha invaso la casa, è andata via la corrente ed io non ci ho visto più. Sono stato sbalzato fuori dalla villetta fino ad arrivare sugli argini del fiume, dove ho trovato rifugio su un albero. Li sono rimasto per due ore, piangevo e gridavo aiuto per i miei familiari".

Purtroppo Federico e Rachele non hanno trovato scampo, la furia del fango ha avuto la meglio e se li è portati via insieme alla mamma, Stefania Catanzaro di 32 anni. Gli altri morti sono i nonni Antonino Giordano, 65 anni e la moglie Matilde Comito, 57 anni, Francesco Rugò, 3 anni, Marco Giordano, 32 anni, Monia Giordano, 40 anni, Nunzia Flamia, 65 anni.

L'opinione pubblica, scossa dal fatto, si sta interrogando sulle cause. Resta il rimpianto che forse la tragedia si poteva evitare.

La demolizione mai eseguita

La villetta teatro dell'accaduto non era a norma. Come tante altre costruzioni nell'intera penisola era stata dichiarata non abitabile. Nel 2011 Il Tribunale Amministrativo Regionale ne aveva chiesto la demolizione, ma il ricorso da parte dei proprietari non ha permesso al comune di dare seguito alla demolizione, anche perché lo stesso comune per poterla attuare avrebbe dovuto dichiararsi parte civile, cosa che invece non ha fatto.