Una donna malata di fibrosi cistica è morta di tumore dopo aver ricevuto i polmoni di una fumatrice. Una storia triste balzata recentemente agli onori delle cronache . Ad interessarsi del caso, avvenuto in Francia, è stato il magazine Lung Cancer che si è soffermato sui rischi derivanti dal trapianto di organi di fumatori incalliti. La paziente soffriva di fibrosi cistica sin dalla tenera età e, tre anni fa, si era dovuta sottoporre al trapianto dei polmoni per un forte aggravamento delle sue funzioni respiratorie.

Della donna che aveva donato gli organi era stata dichiarata la morte cerebrale e, al momento del decesso, i medici non avevano notato nessuna anomalia.

I rischi derivanti dagli organi di donatori tabagisti

I dottori del Chu di Montpellier, che hanno portato avanti un'interessante ricerca, hanno affermato che la donatrice aveva fumato per trenta anni un pacchetto di 'bionde' al giorno. La paziente affetta da fibrosi cistica che aveva ricevuto gli organi era stata ricoverata l'anno scorso a Montpellier dove è deceduta un paio di mesi dopo. Adesso i medici francesi lanciano l'allarme sui rischi provenienti dagli organi di donatori tabagisti.

A quanto pare gli immunosoppressori assunti dalla paziente per scongiurare il rigetto degli organi non avrebbero fatto altro che accrescere in modo anomalo la neoplasia. Gli studiosi ritengono che la carcinogenesi si fosse manifestata prima della morte della donatrice. Lo suggerirebbe "il breve lasso di tempo tra il trapianto dei polmoni e la comparsa della prima anomalia radiologica".

L'opinione di Luca Voltolini

Secondo gli esperti transalpini il caso francese della donna malata di fibrosi cistica, morta dopo un trapianto di polmoni, deve indurre ad importanti riflessioni. I ricercatori sostengono che bisogna guardare con estrema attenzione ai trapianti da donatori tabagisti o che hanno smesso di fumare da poco tempo.

Purtroppo le interminabili liste di attesa spesso non danno scelte ai malati che si trovano costretti ad accettare organi di fumatori. Questo accade anche in Italia dove un donatore di polmoni su 5 è un ex fumatore. Persone affette da patologie gravi come ipertensione polmonare primitiva, enfisema polmonare e fibrosi cistica non possono certo attendere circa due anni per un trapianto. Il rischio, in questi casi, è morire prima del trapianto. Si è espresso di recente sul delicato argomento anche Luca Voltolini, coordinatore del programma di trapianto del polmone presso l'azienda ospedaliero-universitaria di Siena. Il luminare ha evidenziato che nel Belpaese la mancanza di organi ha portato a prendere in considerazione i polmoni dei fumatori.