La memoria di Matteo Renzi è come quella dell'elefante? A quanto pare, sembra proprio di sì. Nella consueta lettera ai militanti del lunedì pubblicata su Enews, la rubrica settimanale di riflessioni che tiene sul suo sito personale sui più stretti fatti di attualità, l'ex presidente del Consiglio si toglie un sassolino contro l'ex deputato 5 Stelle Alessandro Di Battista.

Oggetto del contendere la richiesta di archiviazione di Tiziano Renzi, padre dell'ex segretario del Pd, dall'inchiesta sul 'Caso Consip', inerente ad un vorticoso intreccio di tangenti sulle forniture alla Pubblica Amministrazione per il quale sono indagati politici, militari e alti funzionari dello Stato.

Di Battista nella scorsa legislatura attaccò ferocemente la famiglia Renzi

Chi segue le vicende della politica non dimenticherà i furibondi attacchi da parte di Alessandro Di Battista nei confronti di Matteo Renzi e della sua famiglia. Furono molteplici i suoi interventi sia in aula che in più trasmissioni televisive volti ad accusare l'allora Presidente del Consiglio di essere protagonista insieme al padre di attività ai limiti del lecito.

Attacchi che l'attuale senatore di Firenze del PD non ha dimenticato e, a pochi giorni dalla notizia della richiesta di archiviazione da parte della Procura della Repubblica di Roma nei confronti di suo padre Tiziano dalle accuse che gli erano state contestate nell'inchiesta Consip, ha dedicato un post scriptum al veleno all'ex avversario politico.

"Mio padre non è più indagato, il suo rimane un fascista"

Ricordando l'uscita di scena del padre dalla vicenda giudiziaria, dopo aver manifestato la comprensibile soddisfazione per l'esito dell'inchiesta, approfitta della notizia per lanciare una vera e propria stilettata al veleno nei confronti del suo storico avversario.

Non dimentico di quelle che lui stesso definisce le 'tonnellate di fango' versate da Alessandro Di Battista e dalla quasi totalità degli esponenti del Movimento 5 Stelle, tira in causa il paragone tra suo padre e quello dell'avversario.

Il padre del pentestellato si dichiarò fascista durante un'intervista ed il figlio, pur non condividendo il suo pensiero, si dichiarò comunque orgoglioso di lui, tirando in ballo Matteo Renzi e la presunta disonestà del padre Tiziano, all'epoca indagato.

Oggi l'ex Presidente del Consiglio, da buon toscano, si prende la rivincita, riprendendo in parte la battuta che fece all'epoca Di Battista e riadattandola alla notizia dell'assoluzione per chiudere a suo favore la polemica: "Mio padre non è più indagato, il padre di Di Battista invece rimane un fascista".

Ad onor di cronaca è ricordiamo che le vicende giudiziarie di Tiziano Renzi non sono concluse. E' a processo a Firenze per un'altra inchiesta insieme alla moglie Laura e all'imprenditore Luigi Dagostino con l'accusa di false fatture.