I risultati dell'autopsia non sono ancora stati depositati nelle mani del sostituto procuratore Teodoro Catananti, ma le indagini sull'omicidio di Stefania Crotti continuano e si arricchiscono, ogni giorno, di particolari agghiaccianti. La giovane mamma di Gorlago, aveva il polso destro spezzato, quasi staccato e sarebbe stata raggiunta da almeno una ventina di colpi. Inoltre, un nuovo elemento inchioderebbe Chiara Alessandri, rea confessa, alle sue responsabilità: sul tappetino della sua auto sono state rinvenute tracce di benzina.
La furia omicida
Stefania Crotti, il cui corpo è stato ritrovato carbonizzato venerdì 18 gennaio nelle campagne della Franciacorta, è stata uccisa da almeno una ventina di colpi inferti con un pesante corpo contundente (i segni ed i fori riscontrati durante l'autopsia sono compatibili con quelli di un martello). Ma non solo: Chiara Alessandri, in preda ad una furia omicida, si sarebbe scagliata contro la sua rivale anche con una cesoia da elettricista.
Gli inquirenti non escludono che l'impiegata 42enne, possa anche essere stata legata. Infatti, accanto al cadavere, è stata ritrovata una fascetta da elettricista.
Non si esclude, però, che l'imputata, quando ha caricato Stefania nel bagagliaio della sua Mercedes, la abbia accidentalmente raccolta.
Gli investigatori, che stanno setacciando anche i pc dei protagonisti di questo efferato delitto, stanno ancora cercando la borsa della vittima, una “O Bag” di colore nocciola rifinita con un pelo beige. Chiari Alessandri ha detto di averla lasciata accanto al corpo, ma nessuno l'ha mai vista.
Le macchie di Benzina
Chiara Alessandri, attualmente detenuta nel carcere di Brescia, ha sempre negato di aver voluto uccidere la moglie del suo ex amante, Stefano Del Bello e ha sempre dichiarato di non aver dato alle fiamme il cadavere.
Il suo racconto, però, non ha convito né gli investigatori né il Gip del Tribunale di Brescia Tiziana Gueli che, nell'ordinanza, ha sottolineato che la Alessandri ha studiato a lungo, e nei dettagli, un piano per eliminare quella che lei considerava una rivale.
Nel corso degli accertamenti, sono state rinvenute sui tappetini della sua auto, tracce di benzina. L'imputata ha sostenuto che quelle macchie sarebbero lì da almeno un mese; da quando, cioè, rimasta "a secco" aveva avuto bisogno di una tanica di carburante per far ripartire la sua "Classe B“. Gli investigatori, però sembrano convinti che quella benzina sia la stessa che è stata utilizzata per dare fuoco al corpo di Stefania e stanno controllando le telecamere di sicurezza di una ventina di distributori tra Gorlago a Erbusco,