Continuano le indagini sull'omicidio di Stefania Crotti, la 42enne di Gorlago uccisa da Chiara Alessandri, sua rivale in amore. Ora, gli inquirenti controlleranno i computer dei protagonisti di questa tragica vicenda al fine di ricostruire il contesto e l'esatta dinamica del delitto: troppi punti, infatti, sono ancora poco chiari. Ieri, si sono svolti i funerali della donna, madre di una bambina di 7 anni, e dall'autopsia è arrivata la conferma più agghiacciante: Stefania è stata bruciata viva.

I pc al vaglio degli inquirenti

Gli inquirenti stanno provvedendo a sequestrare i pc di Chiara Alessandri, di Stefania Crotti e di suo marito Stefano Del Bello (ex amante dell'imputata).

Con ogni probabilità, controlleranno anche i device di Angelo Pezzotta, l’imprenditore amico della Alessandri. L'uomo, 53 anni, a sua insaputa, si è prestato alla messinscena della festa a sorpresa e ha consegnato l'impiegata nelle mani della sua aguzzina.

I periti, nei prossimi giorni, analizzeranno contenuti, ricerche, messaggi ed e-mail inviati o ricevuti nel periodo precedente all'atroce delitto. Come ha spiegato anche il difensore di Chiara Alessandri, l'avvocato Gianfranco Ceci, si vuole comprendere se la sua assistita abbia veramente premeditato e pianificato l'omicidio (come ha sostenuto, nell'ordinanza il Gip di Brescia) ed i suoi rapporti con i protagonisti.

Gli accertamenti potrebbero richiedere settimane e potrebbero coinvolgere anche i Ris di Parma (già impegnati nelle analisi di diverso materiale sequestrato nel "garage degli orrori" al 3 di via San Rocco, a Gorlago).

Tante incertezze ed un'agghiacciante conferma

Gli inquirenti, a questo punto, ne sono certi: Stefania Crotti è stata bruciata viva: quando il suo corpo è stato dato alle fiamme, nelle campagne tra Erbusco ed Adro, la donna era agonizzante. L'autopsia, infatti, ha rilevato tracce di fuliggine nelle prime vie respiratorie (gola e naso).

Chiara Alessandri, in carcere a Brescia, continua a sostenere di non aver bruciato il corpo, ma troppe cose nel suo racconto non tornano. In particolar modo, non reggerebbe la "tesi difensiva" secondo la quale Stefania sarebbe morta per un tragico incidente, una fatalità avvenuta in conseguenza di una colluttazione. Gli esami e gli accertamenti del caso, infatti, hanno stabilito che la vittima è stata colpita alla testa con un corpo contundente (probabilmente un martello) per almeno 4 volte.

Gli inquirenti, inoltre, non escludono che Stefania possa essere stata legata: sui polsi sono stati rinvenuti alcuni segni, possibile conseguenza di una fascetta da elettricista.