Non voleva accettare che il suo matrimonio fosse ormai giunto al capolinea. Eppure sua moglie, Marisa Sartori, sposata nel 2012, era stata chiara: voleva chiedere la separazione ed allontanarsi per sempre da lui. Così Ezzedine Arjoun, un tunisino di 35 anni, ha messo in pratica il suo folle piano. Sabato sera, verso le 20:00, si è presentato con un coltello in tasca sotto l’abitazione dei genitori della 25enne, a Curno, in provincia di Bergamo.

Ha atteso che la giovane tornasse dal lavoro per aggredirla, dopo una breve discussione, sferrandole una coltellata al petto, che le è stata fatale. L’uomo ha ferito gravemente anche la sorella della ragazza, che era intervenuta per tentare di difenderla, prima di costituirsi dai carabinieri, che l’hanno fermato per l’uxoricidio e per il tentativo di ammazzare anche la cognata.

Il raptus omicida al termine dell’ennesima lite

Ad uccidere la vittima è stato un fendente al cuore, sferrato nell’area dei box sotterranei della casa della famiglia della giovane, un palazzo comunale, in via IV Novembre, nel centro della cittadina lombarda.

Il 35enne si era appostato in quel luogo appartato in attesa della moglie, che doveva andare a cena dai genitori.

Marisa è arrivata a bordo di una Daewoo Matiz, accompagnata dalla sorella, che era andata a prenderla al negozio di parrucchiere dove la donna lavorava. Mentre stavano entrando nel garage, si sono ritrovate davanti il tunisino: ne è scoppiato un litigio, ma ben presto dalle urla e gli insulti si è passati alla violenza.

L’uomo ha prima colpito la 25enne, uccidendola sul colpo, e poi si è scagliato contro la cognata, ferendola gravemente: la donna è stata subito accompagnata all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dove versa in gravi condizioni, con prognosi riservata, dopo aver subito un delicato intervento.

L’assassino si è subito consegnato ai carabinieri

L’aggressore ha aspettato che arrivassero le forze dell’ordine per consegnarsi a loro, senza opporre resistenza. I carabinieri l’hanno portato in caserma, dove l’uomo è stato a lungo interrogato, prima della convalida del fermo, con l’accusa di omicidio.

Ora le indagini, coordinate dal pm Fabrizio Gaverini della Procura di Bergamo, puntano a verificare se in passato la vittima avesse subito altre violenze o ricevuto minacce da parte dell’ex. Invece il movente del delitto sembra essere chiaro: l’idea che il suo matrimonio potesse finire ha spinto il tunisino a tendere il tragico agguato alla moglie.