Purtroppo le analisi del Dna effettuate dal Ris dei carabinieri di Messina hanno confermato quello che tutti temevano: appartengono a Francesco Ciaravolo i resti completamente carbonizzati ritrovati all’interno della sua vettura, una Mercedes Classe C. L’automobile era stata bruciata nella notte tra il 4 ed il 5 gennaio a Piana dei Rizzi, nelle campagne di Salemi – cittadina di origine dell’imprenditore agricolo 48enne – nel trapanese. L’uomo era scomparso nel nulla da alcuni giorni, dopo non essersi presentato, il 29 dicembre, alla cerimonia del proprio matrimonio.

Quel giorno doveva sposare un’infermiera 53enne nella chiesa di San Francesco di Paola a Castervetrano, sempre in provincia di Trapani. Una vera e propria fuga, messa in atto quando ormai tutto era pronto per le nozze e senza fornire nessuna spiegazione, che aveva sorpreso tutti.

Le indagini in seguito al ritrovamento del corpo carbonizzato

Il ritrovamento del corpo carbonizzato nell’automobile, avvenuto il 5 gennaio, aveva gettato nello sconforto i familiari di Ciaravolo, che però hanno dovuto aspettare il risultato degli esami sul Dna per avere la certezza che si trattasse del loro congiunto. Infatti, le fiamme – divampate a lungo – avevano distrutto ogni cosa: quindi i resti della vittima erano così rovinati da non permettere di procedere immediatamente con l’identificazione.

Ad autorizzare le analisi era stata la Procura di Marsala che sta indagando sulla vicenda. In un primo momento, vista la dinamica dei fatti, la sparizione dell’uomo e quella morte così atroce avevano fatto pensare ad un caso di omicidio. Ma, con il passare dei giorni, l’inchiesta condotta dai carabinieri, sotto il coordinamento del procuratore Vincenzo Pantaleo e del sostituto Antonella Trainito, non ha portato a nulla di concreto.

Non ci sono elementi che facciano pensare ad un omicidio

Nel frattempo gli stessi pm sono arrivati ad ipotizzare di trovarsi di fronte ad un caso di suicidio. Dopo aver ascoltato amici, parenti e semplici conoscenti della vittima ed avere indagato sulle condizioni della sua famiglia, è apparso chiaro agli inquirenti come nessuno avesse seri motivi per uccidere in un modo così atroce Ciaravolo.

Inoltre si è accertato che né i parenti dell’uomo, né quelli della sposa hanno legami con il mondo criminale.

L’unico precedente penale del 48enne risale al 2009, quando fu condannato a quattro mesi di galera e a 60 euro di multa, con pena sospesa, per truffa. Infatti aveva chiesto all'Enel l'allaccio per una fornitura di energia elettrica, utilizzando però il nome e il documento d'identità di un'altra persona, che si era vista recapitare una bolletta di 246 euro.