La violenza e il dolore erano la quotidianità per Fortunata Bellisario, la 36enne picchiata a morte dal marito, il quarantunenne Vincenzo Lopresto giovedì 7 marzo nella casa popolare di via Mianella, a Napoli.
I segni del dolore
L'autopsia non è ancora stata effettuata, ma da una prima ispezione sono emersi i diversi lividi, le zone della testa senza capelli, perché, da quanto riferito dai vicini di casa e riportato da Fanpage, Lopresto la colpiva continuamente.
Pare anche che Lopresto trascinasse la moglie afferrandola dai capelli e lasciando così parti del cuoio capelluto spoglio, fino a giovedì, quando ha interrotto per sempre la vita della donna con una stampella ortopedica in ferro. L'autopsia che constaterà il motivo del decesso verrà effettuata nei prossimi giorni.
Un altro caso di femminicidio
Un giorno prima della festa della donna, Fortuna, che nonostante il nome emblematico è finita in un incubo, è stata oggetto, per l'ennesima volta, di violenza. Questa volta, però, i colpi sono stati talmente forti da aver spazzato via la sua esistenza, lasciando tre bambini di 7,10 e 11 anni, orfani di madre.
Un qualcosa che lei ormai conosceva bene, così come diverse persone che hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa. Il medico legale ne ha viste diverse di ferite su quel corpo, ma da quante è emerso dagli organi inquirenti, le denunce fatte sono poche: una soltanto. Eppure Fortuna non avrebbe avuto bisogno di dare grandi dimostrazioni, viste le condizioni del suo cuoio capelluto e del suo corpo. Quella era una casa dove si consumavano atroci violenze su una donna, una madre e dove il personale del 118 ha raccolto la salma esanime lo scorso giovedì. A chiamare i soccorsi è stato proprio Lopresto, l'uxoricida che nella stessa giornata ha confessato di essere il colpevole di quella tragica perdita.
Ha raccontato tutto al sostituto procuratore Ernesto Sassone, in maniera più dettagliata possibile. Lopresto è in carcere lunedì verrà dato l'incarico al professionista che eseguirà l'autopsia su Fortuna.
Non solo Napoli
Il tema del femminicidio continua ad essere presente sulla stampa, tra gli ospedali, i tribunali e le caserme delle Forze dell'Ordine. Nella sola settimana dell'8 marzo, sono stati diversi i casi di violenza sulle donne che hanno colorato le pagine di cronaca di tutte le testate giornalistiche: Fortuna Bellisario, Alessandra Immacolata Musarra anche lei massacrata di botte dal fidanzato Alessandra Musarra mercoledì 6 marzo, insieme allo stupro di lunedì sera nell'ascensore della Circumvesuviana.