Un episodio tanto grave quanto al limite del surreale quello che giunge dalla Gran Bretagna, accaduto qualche tempo fa, riguardante la morte ancora una volta di una piccola creatura a causa della cattiveria e della crudeltà dei propri genitori. Luke Morgan, un uomo di 26 anni, ed Emma Cole, di 22, entrambi dello Staffordshire, dopo tante discussioni avute, in quanto non riuscivano ad avere tempo per fare l'amore a causa della presenza del loro bambino, Tyler, hanno deciso di ucciderlo dopo averlo picchiato brutalmente fino a spaccargli tre costole.
La vicenda si è verificata nel mese di aprile del 2014, ma soltanto adesso i due giovani genitori si trovano sotto processo. È stato il papà della vittima a fare emergere la drammatica e gravissima motivazione, raccontando di aver passato un lungo periodo di nervosismo a causa dell'assenza di rapporti intimi con la sua compagna, spesso causata dal fatto che il piccolo non si addormentava e rimaneva sveglio fino a tardi.
Orrore in Gran Bretagna: bimbo di due mesi ucciso dai suoi genitori perché impediva loro di fare l'amore
In ogni caso, nonostante il processo nei loro confronti, sia Luke che Emma hanno negato le accuse di omicidio, parlando esclusivamente di un banale scatto di ira.
In realtà, invece, attraverso gli esami effettuati sul corpicino del piccolo Tyler, sono stati riscontrati diversi segni di violenza, tra cui ematomi, morsi ed ossa rotte. Tornando all'episodio accaduto nell'ormai lontano 2014, a lanciare l'allarme delle violenze nei confronti del piccolo era stata la stessa coppia. Nel momento in cui i medici del pronto soccorso sono giunti all'interno dell'abitazione, però, per il piccolo di due mesi non c'era già più nulla da fare. Quando il personale sanitario è giunto sul luogo, però, si è subito accorto che i due genitori erano chiaramente in stato di ebbrezza e, secondo quanto hanno riferito alcuni vicini di casa, la coppia avrebbe avuto una brutta discussione prima di rivolgere la propria rabbia nei confronti del loro piccolo.
Le dichiarazioni della giovane madre
Sul bambino sono stati riscontrati anche dei segni di un tentativo di rianimazione che probabilmente i due, dopo essersi accorti che il piccolo aveva perso i sensi, avevano provato a mettere in atto senza successo. La ventiduenne, invece, ha dichiarato di essere stata chiamata durante il sonno da suo marito in quanto il bambino non si muoveva più nella culla e per questo motivo hanno chiamato i soccorsi nel tentativo di salvarlo. Ora che è cominciato il processo sul caso, adesso è in pieno svolgimento e il suo termine è previsto nell'arco delle prossime sei settimane.