Un intero pomeriggio di guerriglia urbana con tensioni fino a tarda notte ieri a Torre Maura, periferia est di Roma. È esplosa così la protesta dei residenti che si sono opposti all'arrivo di 70 persone di etnia rom, di cui 33 sono bambini e 3 donne in avanzato stato di gravidanza. Provenienti da una zona vicina, dovevano essere collocati in uno stabile che ha già ospitato extracomunitari.
Tra cassonetti e auto in fiamme, strade sbarrate, la protesta, cavalcata da movimenti di estrema destra, ha avuto il suo culmine nella distruzione del cibo destinato agli arrivati. La Procura di Roma, in attesa dell'informativa delle forze dell'ordine, indaga per danneggiamento, minacce e istigazione all'odio razziale.
Torre Maura, esplode la rabbia anti rom
"Qui i rom non li vogliamo, abbiamo già tanti problemi": pomeriggio di rabbia e tensione ieri alla periferia est di Roma, con un quartiere in rivolta per protestare contro l'arrivo di alcune famiglie rom, una settantina di persone in tutto, dal centro di accoglienza di Torre Angela distante pochi chilometri, a quello di via di Codirossoni vincitore di un bando europeo.
Una decisione, secondo i residenti presa dall'alto, e imposta a sorpresa. Tra cori e barricate, cassonetti, un camper e un auto dei responsabili della cooperativa che assiste i rom sono stati dati alle fiamme. Per spegnere l'incendio, i vigili del fuoco sono stati 'scortati' dalla polizia in tenuta antisommossa per evitare rappresaglie. "Noi non ce ne andiamo, si devono stancare loro, se ne devono andare": alla manifestazione spontanea di circa 300 persone, si sono uniti i militanti di Casa Pound, Forza Nuova, e Azione Frontale, formazioni di estrema destra. Le forze dell'ordine stanno identificando chi ha fomentato i disordini.
Il momento di maggior tensione c'è stato quando alcuni residenti hanno cercato di forzare il cordone di polizia e carabinieri per entrare nell'ex clinica trasformata dal 2013 in Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
Non riuscendoci, si sono scagliati contro addetti della cooperativa che stavano portando panini alle famiglie rom. "Gli portate pure da mangiare", hanno urlato i manifestanti calpestando il cibo e chiedendo che i nuovi arrivati venissero trasferiti altrove. "Devono morire di fame", hanno inveito i residenti, a tal punto rabbiosi da prendere di mira anche un paio di agenti che portavano la cena a colleghi, scambiata per pasto per i rom
Campidoglio, decisione in tarda notte
Il Campidoglio in tarda notte ha deciso che i 70 rom saranno ricollocati in altri quartieri sempre della zona est della città entro i prossimi sette giorni. Ci sono state ore di trattativa tra il capogabinetto della sindaca Virginia Raggi, Stefano Castiglione, il presidente del municipio, il grillino Roberto Romanella, e i rappresentanti dei cittadini di Torre Maura.
Da molti, la scelta fatta dall'amministrazione pentastellata, è stata definita quantomeno azzardata. Se la situazione nelle periferie romane è ingestibile dal punto di vista sociale, oltre che per la questione di sicurezza, il VI municipio in cui ricade la struttura di via Codirossoni è particolarmente gravato da criminalità e degrado. Sul territorio sono già presenti numerosi campi abusivi, oltre quello di Salone, il più grande campo attrezzato del centro Italia.
Episodio razzista anche a Tor Bella Monaca
La rabbia sociale sta sfociando in razzismo e odio contro il diverso: poco distante, a Tor Bella Monaca, una banda di quattro bulli ha picchiato sugli autobus quattro immigrati senza motivo.
Alcuni residenti hanno spiegato che gli extracomunitari, sbarcati a Lampedusa e arrivati dal 2013, li avevano accettati perché non davano fastidio ed erano educati, ma che i rom non li vogliono perché ruberebbero nelle case: avrebbero già trovato segni sulle porte di abitazioni scelte per fare razzie. "Sono venuti a gettare benzina sul fuoco, invece di spegnerlo", ha protestato un cittadino. Vista la situazione di estrema tensione sociale, la Questura ha rafforzato il presidio di agenti in tenuta antisommossa. I residenti avevano annunciato di non avere intenzione di andarsene e di essere pronti a un presidio permanente "fino a che l'ultimo rom sarà andato via". Le ultime notizie dal Campidiglio dovrebbero aver allentato la tensione.