Automobilisti indisciplinati nel mirino della Procura. Succede a Roma dove, per la prima volta nella storia della metropoli, da alcuni mesi negli uffici giudiziari di piazzale Clodio è stata avviata una maxindagine su parcheggi in doppia e tripla fila, la famigerata 'sosta selvaggia' che aggrava i cronici problemi di traffico e viabilità della Capitale. Il procedimento che ha già portato al rinvio a giudizio di una decina di automobilisti, è partito dalle segnalazioni dell'Atac, la municipalizzata dei trasporti romani.

Sosta selvaggia, la Procura ipotizza l'interruzione di pubblico servizio

L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo che indaga contro i reati di pubblica amministrazione, nasce dalle segnalazioni dell'Atac che, a quanto pare, da mesi arrivano in abbondanza ogni giorno sul tavolo del magistrato. La maggior parte di queste segnalazioni su auto parcheggiate in doppia se non in tripla fila, sono state archiviate. Ma nel caso in cui veicoli sono rimaste in sosta selvaggia almeno mezz'ora, sono state prese in considerazione al punto che, finora, dieci persone sono state rinviate a giudizio e dovranno affrontare un processo davanti a un giudice monocratico. Sono automobilisti che hanno sbarrato la strada ad autobus, non consentendo loro un percorso alternativo, o che hanno bloccato la linea dei tram, provocando ingorghi o gravi disagi alla viabilità.

Il reato ipotizzato è di interruzione di pubblico servizio, punito con la reclusione da sei mesi a un anno. Un reato che scatta anche per intralcio ai mezzi di soccorso o per la raccolta dei rifiuti.

Sosta selvaggia, mobilitazione del Codacons

La notizia del rinvio a giudizio di dieci automobilisti è stata accolta favorevolmente dal Codacons, il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, che plaude la Procura per aver accolto e recepito numerosi esposti presentati negli ultimi due anni, con tanto di immagini e documentazioni in merito ai parcheggi 'selvaggi' nella Capitale.

Per Carlo Rienzi, presidente Codacons, l'indagine non deve limitarsi alla condotta degli automobilisti, ma dovrebbe estendersi anche all'operato della Polizia Locale "verificando perché i vigili urbani non elevano le sanzioni nei confronti delle auto parcheggiate in doppia fila, contribuendo così ad alimentare il fenomeno della sosta selvaggia".

Roma Capitale, città da oltre tre anni senza carroattrezzi

Secondo i dati più recenti, nel 2018 sono state elevate a Roma dalla polizia locale 615mila multe per intralcio alla circolazione nelle varie modalità: occupazione di passaggi pedonali, di aree di carico e scarico merci, di spazi riservati ai disabili, come di corsie preferenziali. Il parcheggio in doppia e tripla fila è certamente un malcostume, oltre che una violazione del codice della strada che prevede la sanzione accessoria della rimozione.

Se la problematica della sosta selvaggia che affligge la Capitale è arrivata in Procura con possibili conseguenze penali, probabilmente è perché negli ultimi tre anni si è molto aggravata. Da quando nel 2015, l'allora comandante della Polizia Locale, Raffaele Clemente, ha revocato l'appalto al consorzio Clt perché erano venuti meno i requisiti morali, Roma Capitale non dispone di un proprio servizio di carroattrezzi per la rimozione delle auto.

Dopo una lunga vicenda amministrativa, lo scorso fine ottobre, il Tar ha bocciato la gara presentata dall'amministrazione pentastellata. Il bando per dotare Roma Capitale di un servizio di carroattrezzi per la rimozione delle auto in sosta selvaggia è stato anullato e bisogna ricominciare da capo. Risultato: in caso di rimozioni, la polizia locale deve appoggiarsi a ditte private che sono anche depositi giudiziari, spesso molto distanti dall'area di accertamento delle violazioni.