Una vicenda molto grave, persino inquietante quella che si è verificata nei giorni scorsi nella provincia di Rovigo, riguardante ancora una volta purtroppo il fenomeno delle violenze nei confronti delle donne. In particolare, l'uomo in questione, un trentatreenne di origine albanese, si sarebbe reso protagonista di violenze sessuali e di maltrattamenti nei confronti della moglie, madre di un bambino, anche durante la gravidanza, picchiandola ripetutamente e prendendola a calci con le scarpe antinfortunistiche usate al lavoro.

Tutto questo, secondo quanto riferisce il quotidiano 'Il Mattino', per motivi piuttosto banali come un dolce venuto male o il rifiuto di lavargli i piedi. Altri episodi che lo avrebbero spinto a picchiare la moglie sono, ad esempio, una telefonata non autorizzata o ancora una mattonella rotta dal figlio. Esasperata da questo tipo di atteggiamento violento, la donna ha deciso di denunciare gli episodi, raccontando l'incubo che era stata costretta a vivere nel corso degli anni.

Orrore a Rovigo: moglie costretta a subire violenze per anni, la denuncia

Tutto, pare sia cominciato con delle sceneggiate di gelosia, che inizialmente erano state sottovalutate dalla donna.

Ben presto, però, si è passati a vere e proprie violenze, con pugni, calci e schiaffi, o addirittura abusi sessuali messi in atto, persino mentre la vittima si trovava in stato interessante. Questi rapporti intimi sarebbero stati ottenuti dall'uomo, sia mentre era sobrio sia mentre in alcuni casi si trovava in stato di ubriachezza, attraverso la prevaricazione fisica e psicologica nei confronti della moglie. Questa la dimensione della vicenda descritta dal pubblico ministero di Rovigo, Sabrina Duò. Adesso il giudice per l'udienza preliminare dovrà prendere una decisione sull'eventuale possibilità di rinviare a giudizio il trentatreenne per maltrattamenti con l'aggravante della reiterazione di reato, oltre all'aver compiuto il tutto davanti al proprio figlio.

Picchiata per un selfie

Come già detto, i motivi dei litigi erano molto futili ma ritenuti sufficienti per mettere in atto queste assurde violenze. Così, dopo anni di angherie, la moglie ha deciso di ribellarsi in quanto la convivenza era diventata davvero insopportabile. Tra le varie vicende avvenute in tutto questo tempo, gli inquirenti ne hanno portati alla luce alcuni raccapriccianti: la donna è stata picchiata a calci con la punta metallica delle scarpe antinfortunistiche, così come ha dovuto subire uno stupro attraverso l'utilizzo di un barattolo della schiuma da barba. In un altro caso, invece, la vittima è stata buttata sul divano e calpestata in quanto aveva osato farsi un selfie senza il suo consenso. Se tutto questo, come presumibile, dovesse essere confermato, l'uomo sarà presto condannato.