Due morti strazianti a distanza di otto giorni una dall’altra. Lo scorso 5 novembre era deceduta una donna di 31 anni, l’impiegata Erika De Leo, alcune ore dopo aver dato alla luce una bambina presso l’Ospedale Sant’Eugenio di Roma. Il padre aveva scelto per la piccola il nome di Greta Erika, proprio per ricordare la moglie. Ma anche la bambina non ce l’ha fatta: il 13 novembre è spirata anche lei.
La procura della Capitale già si occupava della scomparsa della mamma ed aveva iscritto nel registro degli indagati nove persone tra ginecologi, anestesisti ed infermieri della struttura sanitaria, con l’accusa di omicidio colposo. Ora, dopo questo nuovo tragico episodio, ci si aspetta l’apertura di un ulteriore fascicolo d’inchiesta per verificare eventuali negligenze del personale del nosocomio. Mentre nel primo caso si era trattato di un atto dovuto, dopo il secondo decesso sono stati i familiari della bimba a denunciare quanto accaduto.
La neonata non ce l’ha fatta
Greta Erika è spirata nel reparto di neonatologia del Sant’Eugenio.
Nata prematura dopo sette mesi di gravidanza, la piccola forse è morta per le complicazioni avute durante il parto, che potrebbero averle creato problemi cerebrali, anche se all’apparenza sembrava sana. Infatti la madre, assistita dalle nove persone che sono ora indagate, aveva dovuto subire un intervento di urgenza, complicato da un’emorragia. A scatenarla, probabilmente, è stata una cosiddetta “placenta accreta”, ossia aderente all’utero, che non era mai stata diagnosticata prima alla donna. I magistrati dovranno verificare se il decesso della 31enne sia stato provocato dalle manovre dei medici nelle fasi concitate del parto. In più la stessa equipe potrebbe anche rispondere di quanto accaduto alla neonata, anche se per il momento nessuno risulta iscritto nel registro degli indagati per questo secondo episodio.
I dubbi dei familiari
Ora i familiari delle due vittime chiedono chiarezza su quanto accaduto. L’avvocato Giovanna Mazza, che li assiste, pone alcuni quesiti sulla drammatica vicenda. Infatti si vuol capire come sia possibile morire di parto nel 2019, con tutte le tecnologie a disposizione, ed anche le ragioni precise della scomparsa della piccola. Il fascicolo dell’inchiesta, inizialmente assegnato al pm Roberto Felici, potrebbe ora passare ad un altro magistrato che si occupa abitualmente di reati legati alla sanità. Nel frattempo è stato disposto il sequestro delle cartelle cliniche; inoltre, nelle prossime ore il medico legale Silvestro Mauriello e il ginecologo Francesco Sesti effettueranno l’autopsia sulla donna, che potrà chiarire le eventuali responsabilità.
L’esame sarà seguito anche del professor Antonio Oliva, che la famiglia De Leo ha chiamato come perito di parte. Ci sia aspetta che siano osservate le stesse procedure anche per la neonata. I parenti ricordano ancora quando, nel pomeriggio del 5 novembre, Erika si era sentita improvvisamente male, con dolori accompagnati da perdite di sangue. Subito l’avevano accompagnata in ospedale, dove era stata operata d’urgenza ed aveva dato alla luce la figlia: a circa sei ore dall’intervento era morta. Nessuno poteva immaginare che dopo otto giorni anche la piccola Greta Erika la seguisse.