Paura per l'immunologo Francesco Le Foche: il medico, di 66 anni, è ricoverato in prognosi riservata al policlinico Umberto I di Roma.

Nel pomeriggio di giovedì 5 ottobre, mentre si trovava nel suo studio medico della Capitale – in via Po, nel quartiere Salario – il medico sarebbe stato massacrato di botte da un suo paziente, un pregiudicato di 35 anni che pensava di essere affetto da una grave malattia infettiva alla colonna vertebrale.

Secondo le prime ricostruzioni, Le Foche avrebbe riportato un trauma cranico facciale e diverse fratture al volto: colpiti in particolare il setto nasale e l’orbita dell’occhio sinistro.

La ricostruzione dell’aggressione del paziente all’immunologo Le Foche

Secondo quanto ricostruito dalla polizia, dopo essere andato in escandescenze il pregiudicato avrebbe attaccato all’improvviso Le Foche durante un consulto medico, colpendolo più volte al volto mentre si trovava nel suo ufficio, accusandolo di avergli somministrato terapie sbagliate.

Immediatamente sono accorsi la segretaria del medico e gli altri pazienti che aspettavano il loro turno in sala d’attesa.

Qualcuno ha chiamato il 112: numerose volanti della polizia si sono precipitate in via Po. Gli agenti sono riusciti a fermare l’autore dell’aggressione, che è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

Le condizioni di salute di Francesco Le Foche dopo l’aggressione nel suo studio

Francesco Le Foche è noto al grande pubblico per essere stato spesso ospite in diverse trasmissioni televisive, come Domenica In di Mara Venier, nel periodo della pandemia di Coronavirus.

Immediatamente dopo l'aggressione è stato accompagnato al policlinico Umberto I, in gravi condizioni, ma non in pericolo di vita. È stato ricoverato nel reparto di chirurgia maxillofacciale, a causa delle fratture causate dalle percosse al naso e al pavimento dell’orbita oculare sinistra, quella che desta maggiori preoccupazioni.

Si è saputo che nelle prossime ore l’immunologo sarà sottoposto a un intervento chirurgico da parte dell’equipe del professor Valentino Valentini, con l’obiettivo di ridurre le fratture. Nelle ultime ore Le Foche avrebbe scambiato alcuni messaggi con dei suoi conoscenti, spiegando di “sentirsi meglio”.

Le prime reazioni all’aggressione subita da Le Foche

Il fermo del pregiudicato 35enne è stato convalidato nelle scorse ore; così l’uomo è stato trasferito nel carcere di Regina Coeli. Gli inquirenti che indagano su questa vicenda di cronaca vogliono capire se in passato si siano verificate altre aggressioni simili al medico da parte di questo individuo.

Numerose sono state le reazioni politiche e istituzionali dopo che si è diffusa la notizia dell’aggressione all’immunologo Le Foche.

Solidarietà al medico romano è arrivata dal ministro Orazio Schillaci: per il responsabile del dicastero della Salute si tratta di un episodio che lascia “sconcertati e basiti”. Il ministro ha quindi ricordato le misure recentemente attuate a tutela della sicurezza degli operatori che lavorano nel sistema sanitario nazionale. Secondo Schillaci è necessario “un cambiamento culturale” per rafforzare “l’alleanza tra medico e paziente”.

Anche Filippo Anelli – presidente della Fnomceo, la Federazione che riunisce gli ordini nazionali dei medici chirurghi e degli odontoiatri – esprime indignazione per l’aggressione che ha colpito un professionista da sempre “dedito alla cura degli altri” e in un luogo, come il suo studio, che “dovrebbe essere inviolabile”. Anelli, inoltre, invita a esaminare le cause che hanno portato negli ultimi mesi a una crescita degli episodi di violenza nei confronti del personale medico.