Equalize, società di investigazione privata, è sotto inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) e della Direzione Nazionale Antimafia (Dna) per presunte attività di cyber-spionaggio e dossieraggio.

Durante le perquisizioni presso la sede di Milano, sono stati trovati “atti riservati” di Eni Spa e un archivio con documenti di indagini di polizia, un quadro inquietante che ha portato agli arresti domiciliari il CEO Carmine Gallo, ex ispettore di polizia, e ha coinvolto anche Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera e proprietario della società, che si è autosospeso dalle sue cariche.

Gli inquirenti hanno rinvenuto anche dossier dettagliati su Paolo Simeone, noto youtuber e contractor italiano, e vari documenti riservati del colosso petrolifero Eni. Questi elementi fanno parte di un’informativa di quasi 3.900 pagine, nella quale viene descritta una presunta rete di contatti che Gallo avrebbe costruito negli anni. Questo network gli avrebbe permesso di accedere a informazioni riservate tramite collaboratori nelle forze dell’ordine, nell’intelligence e tra alti funzionari pubblici. I dossier ottenuti venivano successivamente “ceduti a società interessate, imprenditori e politici” a costi rilevanti, con un tariffario che arrivava fino a 15.000 euro per le informazioni più dettagliate.

Dossier per danneggiare i rivali e controllo sui dati sensibili

L’attività di Equalize non si limitava alla raccolta di dati, ma sembra fosse strutturata per mettere in difficoltà figure di spicco nel panorama imprenditoriale e politico. Alcuni dossier sarebbero stati usati per influenzare i rivali, con una strategia definita di “fuoriuscita d’informazioni a orologeria,” ovvero la diffusione di dati, anche riguardanti la sfera privata, nei momenti di maggiore convenienza per mettere sotto pressione o screditare individui di rilievo.

Collegamenti con la Chiesa e attività di intelligence sul tema russo

Tra gli elementi emersi dalle intercettazioni vi è anche una conversazione del dicembre 2022, nella quale il gruppo discute di attività di intelligence in ambito russo e degli attacchi hacker in Italia.

In questa circostanza, i membri dell’organizzazione fanno riferimento a un presunto mandato di intelligence ricevuto da enti ecclesiastici, un dettaglio che i carabinieri del Nucleo investigativo di Varese hanno annotato nella loro informativa, segnalandolo come uno degli aspetti più ambigui della vicenda.

Ma anche parenti dei politici sarebbero finiti nella rete di cyberspionaggio, il presidente del Senato La Russa si dice “disgustato dal fatto che ancora una volta i miei figli, Geronimo e Leonardo, debbano pagare la ‘colpa’ di chiamarsi La Russa, se risulterà confermato che anche loro sono stati spiati. Ora l'unica cosa che mi premerebbe sapere è chi possa aver commissionato il dossieraggio contro la mia famiglia” afferma l'esponente politico in una nota.

“Conosco da anni Enrico Pazzali, che ho sempre ritenuto una persona perbene e vorrei poter considerare, fino a prova contraria, un amico di vecchia data. Attendo di avere altri elementi, quindi, prima di un giudizio definitivo assai diverso su di lui. È noto che i suoi attuali ruoli in Fiera non dipendano da FdI ne tantomeno da me e sono stupito più che allarmato, dalle notizie di una sua azione di dossieraggio nei miei riguardi”.

Reazioni e prossimi sviluppi

Il caso ha attirato l’attenzione di esperti e analisti del settore, che sottolineano come questa indagine possa rivelare vulnerabilità nei rapporti tra sicurezza pubblica e interessi privati, in un’epoca dove il controllo delle informazioni è diventato una risorsa strategica per aziende e istituzioni.

“In un contesto simile, la capacità di proteggere i dati è centrale per la stabilità delle istituzioni,” ha dichiarato un analista di cybersecurity. “La gestione scorretta di dati sensibili non minaccia solo la privacy, ma anche la fiducia nelle istituzioni pubbliche e nel sistema di giustizia”.