Sempre meglio andare dritti al sodo. Senza troppi giri di parole. E in questo Vittorio Sgarbi è un maestro con anni e anni d’esperienza. “Devo metterti incinta” ha dichiarato senza troppo imbarazzo il critico d’Arte dopo un’intervista rilasciata alla giornalista russa Diana Stauer, responsabile di redazione di Artslife, in occasione dell’inaugurazione della mostra da lui stesso curata su Sandro Parmeggiani, artista lombardo della seconda parte del secolo scorso. 

Ennesima battuta fuori luogo per il critico italiano, questa volta favorita dalla bellezza dell’intervistatrice.

Diana Avgusta Stauer, non a caso, è stata una ex miss Siberia. Giornalista amante dell’arte, della letteratura e del design. Che ha fatto della sua passione un lavoro. 6 minuti è, però, resistito Sgarbi, prima di dare libero sfogo alla sua inappropiata creatività. Con molto rispetto la giornalista non si è scomposta e ha sorvolato sulla battuta del critico italiano. Ma non è bastato il “Devo metterti incinta” rivolto direttamente alla giornalista russa. Sgarbi, infatti, ha subito aggiunto senza timore, girandosi verso un collega: “Però il fido lo paghi tu. Le russe sono care”. Colta probabilmente alla sprovvista la giornalista ha sorvolato.

Dimostrando decisamente (bisogna ammetterlo) un grande autocontrollo.

Ma questa uscita “disinibita” di Sgarbi è solamente l’ultima di una lunga serie di altre gaffe ormai diventate storiche. Una su tutte? Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Ducato” di Urbino, Sgarbi aveva francamente dichiarato: “Una città civile non ha né ascensori né scale mobili. Solo quelle abitate da nani, zoppi e handicappati hanno le scale mobili. Se le devono mettere nel culo”. Insomma non c’è da annoiarsi quando si parla di Sgarbi. Potrà piacere o non piacere, potrà essere volgare, a tratti razzista o fuori luogo, ma bisogna ammetterlo: sa sempre ravvivare qualsiasi situazione. Anche se forse dovrebbe lavorare un po’ sulle parole giuste da usare in certe occasioni.

Questo simpatico (o triste, decidetelo voi) siparietto di Sgarbi non deve, però, far dimenticare il valore della mostra da lui curata. Valore che la stessa Diana Stauer avrebbe voluto valorizzare in ben altri modi più seri e professionali. “Sandro Parmeggiani ha vissuto il conflitto fra l’idea della figurazione, la bellezza della donna, la natura morta, la veduta, il paesaggio, i soggetti tradizionali e le avanguardie più sperimentali”. Una mostra, insomma, interessante e profonda, da non confondere con la leggerezza di qualche battuta infelice.